Vaccinato senza paura, né timori particolari, con il farmaco di produzione cinese Sinopharm. L’identikit porta al nome e cognome di Francesco De Martino, manager friulano di 37 anni che da tre – «ma ormai vado per il quarto» sorride sereno dagli Emirati – vive e lavora a Dubai.
Una laurea in giurisprudenza in tasca, De Martino ha nel curriculum 11 anni di esperienza in Danieli, prima all’ufficio legale e poi come numero due del mercato africano per la multinazionale di Buttrio.
Tre anni fa, quindi, la scelta di lasciare il Friuli per volare a Dubai e diventare amministratore delegato del gruppo Milbridge: un migliaio di dipendenti e lavori disseminati negli Emirati, in Angola e in Ruanda.
De Martino qual è la situazione a Dubai?
«Il lockdown vero e proprio lo abbiamo sperimentato nella primavera dello scorso anno quando per due settimane non siamo potuti uscire di casa se non per motivi di estrema necessità. Poi c’è stata una progressiva diminuzione delle restrizioni.
Adesso le limitazioni esistono ancora, ad esempio resta il divieto di svolgere sport di squadra, e nei bar e ristoranti, regolarmente aperti, bisogna mantenere le distanze di sicurezza, un limite massimo di clienti e tenere la mascherina, ma sono blande».
A osservare quanto accaduto a Capodanno, con migliaia di italiani negli Emirati per vacanza, non sembra che tutti rispettino sempre le norme...
«È vero, ci sono stati alcuni casi di malcostume. Ma posso assicurare che le sanzioni per locali e proprietari sono davvero molto pesanti. Anche perché non è che il Covid a Dubai sia già stato debellato. Oggi (ieri per chi legge) abbiamo registrato mille 700 casi e 5 decessi, per complessive mille 400 persone morte da inizio pandemia e un totale di vaccini che attualmente supera la quota di 7 milioni 300 mila dosi su 9 milioni 200 mila abitanti».
Ci spiega come funzionano le vaccinazioni?
«In questi giorni hanno autorizzato l’uso di Pfizer per tutte le età. Prima, invece, il Governo ha scelto due strade diverse riservando Pfizer ai maggiori di 60 anni e Sinopharm a tutte le altre fasce d’età, a partire dai 16. Io, avendo meno di 60 anni, ho preso quello cinese. Siamo chiari, non c’è nessun obbligo, ma considerato che viaggio molto per lavoro ho pensato che fosse meglio farmi vaccinare».
Non ha avuto nessun timore che magari non fosse stato testato a sufficienza?
«Il ministero della Salute, qui, ha spiegato che Sinopharm ha una copertura attorno all’80-85%, ma praticamente totale per i casi gravi. Così anche se uno si contagia, dopo essere stato vaccinato, non dovrebbe affrontare altro che una blanda influenza. Onestamente non ho visto, né letto, alcuna contestazione a Sinopharm che motivasse in maniera oggettiva la scelta di preferire un altro vaccino a quello cinese. I costi? È gratis. Io poi sono stato vaccinato in un ospedale locale, in 15 minuti, anche se ho avuto una corsia preferenziale».
E tutti gli altri?
«Ci sono 200 centri vaccinali in tutto il Paese. Il principale è stato aperto in un grande resort, con annesso parco divertimenti. Un mio amico si è presentato, ha fatto il vaccino e dall’entrata all’uscita non ha impiegato non più di 20 minuti, nonostante davanti a lui ci fossero 150 persone. Non è certo un caso se ormai, con la doppia dose, è già stato immunizzato attorno al 55% dei residenti».
Anche a Dubai ci sono squadre vaccinali formate da almeno un medico e quattro infermieri?
«Macchè, io l’ho fatto a febbraio e sono stato vaccinato solo da un’infermiera». —
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