MANTOVA. Torna a mobilitarsi il comitato Priorità alla scuola che ha indetto per venerdì prossimo, 26 marzo, una giornata di sciopero (Cobas) e di mobilitazione nazionale contro la Didattica a distanza e per la riapertura di tutte le scuole, dai nidi alle università.
Il comitato mantovano, formato prevalentemente (ma non solo) da insegnanti e studenti e presente nella protesta fin dallo scorso autunno, quando c'era il movimento studentesco School for future, organizzerà un’iniziativa in città nel corso della giornata. Hanno aderito il coordinamento Precari scuola, Potere al popolo e l'associazione eQual.
Questo movimento non si limita a chiedere il rientro in classe (ovviamente con i protocolli di sicurezza anti-Covid) di studenti e docenti: i gruppi che lo formano si sono formati ben prima dello scoppio della pandemia e con una serie di rivendicazioni più complesse sulla riforma della scuola.
«Gli studenti – spiega il comitato in una nota del coordinatore locale, Pierluigi Luisi – possono aderire risultando assenti alle lezioni e comunicandolo alla scuola».
Al momento non è ancora stato definito luogo e orario preciso dell'iniziativa pubblica di venerdì. Il comitato lo comunicherà nelle prossime ore, una votla ottenuta l'autorizzazione della questura.
"Il Comitato Priorità alla Scuola _ si legge nel comunicato _ è mobilitato su due fronti: per chiedere l'immediata riapertura di tutte le scuole di ogni ordine e grado e per ottenere maggiori investimenti per la scuola pubblica. In sostegno dello sciopero della scuola il pedagogista Daniele Novara ha realizzato un video nel quale dichiara: 'Chiudere le scuole vuole dire mettere in discussione le basi della nostra democrazia” dice per lanciare la mobilitazione'
https://www.facebook.com/prioritaallascuola/posts/273070384416759
"L'invito ai docenti è per l'adesione allo sciopero, mentre gli studenti possono aderire allo sciopero Dad risultando assenti alle lezioni ed inviandone comunicazione alla scuola, motivando l'adesione_ prosegue la nota _ Invitiamo inoltre i genitori a sostenere la scelta di astensione dalla Dad dei loro figli. Maggiori dettagli sulla manifestazione saranno dati nei prossimi giorni, ma sono tutti invitati: studenti, docenti, genitori, educatori. La scuola è uno dei fondamenti del patto sociale che unisce la comunità. Senza scuola non ci sono diritti".
L’obiettivo della manifestazione consiste nel chiedere che una congrua parte del Recovery Fund sia riservata al rilancio della Scuola pubblica: servizi educativi per l’infanzia, scuola dell’obbligo, superiori di secondo grado, dal nido all’università.
"Il diritto allo studio deve essere tra le vere priorità del Paese _ prosegue Luisi _ deve essere garantito anche un incremento della spesa pubblica annua portandola almeno ai livelli della media europea, pari al 5% del PIL. Il primo urgente provvedimento di riforma riguarda l’immediata riduzione del numero di alunni/e per classe, fissando un tetto massimo di venti, abolendo ogni possibilità di accorpamento per le classi successive. Si chiede che i finanziamenti del Recovery Fund siano utilizzati per il potenziamento di tutto il personale scolastico, con un piano di assunzioni e di stabilizzazione dei docenti precari, adeguamento degli spazi e degli edifici scolastici, con ripristino di vecchi edifici e realizzazione di nuovi".
