Il nuovo governo Draghi sarebbe intenzionato a procedere con un maxi condono fiscale per le rate non pagate di bollo auto, Imu e Tari. Nessuna abolizione, quindi, ma una sorta di rottamazione per chi ha debiti ancora da saldare con il Fisco.
Cosa dice il Dl SostegnoAssieme al Decreto legge più restrittivo con le misure anti-Covid, entro la fine della settimana entrerà in vigore anche il Dl Sostegni da 32 miliardi di euro. Come riportato da quifinanza, il maxi condono avrà come obiettivo la rottamazione delle cartelle esattoriali emesse tra il 2000 ed il 2005 il cui importo sarà minore di 5mila euro. Se tra i debiti rientrano anche il bollo auto, l'Imu e la Tari non pagati ma sempre relativi al periodo sopra indicato e nei limiti di quella cifra, il contribuente potrà usufruire dell'azzeramento dei debiti. È la prima volta che lo Stato decide di procedere con un condono senza tenere conto della situzione economica e patrimoniale di un cittadino (in passato si è sempre ricorso all'Isee). In tutti gli altri casi, le tasse dovranno essere comunque pagate sia per gli arretrati del 2020 che per l'anno in corso, il 2021. Chi non avrà versato quanto dovuto si troverà in debito nei confronti del Fisco.
Rottamazione quaterPer quanto riguarda, invece eventuali cartelle emesse in un periodo diverso dal quinquennio 2000/2005 o per quelle di importo superiore a 5mila euro, la nuova pace fiscale dovrebbe prevedere e introdurre una Rottamazione quater, (a partire da giugno), che permetterà di saldare i debiti pendenti senza pagare sanzioni o interessi. A tuti i contribuenti, poi, verrà concessa la possibilità di saldare attraverso rateizzazione.
Accanto al maxi condono, ci saranno cambiamenti soprattutto per i proprietari di immobili in città.
Come ci siamo recentemente occupati (qui il nostro pezzo), i proprietari di immobili potrebbero assistere ad un aumento dell'Imu nei prossimi mesi per il nuovo disegno legge sulla rigenerazione urbana che prevede l'aumento delle tasse per i proprietari non riescono a utilizzare o affittare il proprio bene. Il testo unificato di ddl sulla Rigenerazione urbana depositato in Commissione Ambiente del Senato, come riportato dall'Ansa, non prevede Imu e Tari sugli immobili oggetto di rigenerazione urbana ma una serie di incentivi durante il periodo dei lavori di riqualificazione "al fine di promuovere il riutilizzo del patrimonio immobiliare esistente" e la sua "maggiore efficienza, sicurezza e sostenibilità", stabilendo che i Comuni potranno alzare le aliquote Imu su "unità immobiliari" o "edifici inutilizzati o incompiuti da oltre cinque anni. Ai trasferimenti di immobili nei confronti dei soggetti che attuano interventi di rigenerazione urbana di iniziativa pubblica o di iniziativa privata, - si legge ancora - si applicano le imposte di registro, ipotecaria e catastale nella misura fissa di euro 200 ciascuna".
Quali sono gli incentiviSul fronte degli incentivi si prevede "l'applicazione della detrazione nella misura del 65% per interventi di ristrutturazione edilizia e per interventi di riqualificazione energetica, per le spese sostenute, documentate e rimaste a carico del contribuente, anche agli interventi realizzati sugli edifici ricompresi nel Piano comunale di rigenerazione urbana e agli interventi di demolizione di edifici e successiva ricostruzione". Infine, si prevede "una detrazione dall'imposta lorda pari al 50% dell'importo corrisposto per l'acquisto di unità immobiliari a destinazione residenziale, aventi classe energetica di tipo A o B, cedute da imprese a seguito di interventi previsti" nel Piano nonchè incentivi volti a favorire gli interventi di retrofit energetico e di consolidamento antisismico degli edifici.