TRIESTE. Un’iniziativa «indovinata», che «calza a pennello con questo brutto periodo». Sono alcune delle opinioni che ieri mattina i lettori hanno espresso, uscendosene dalle edicole con una copia del giornale in una mano e una confezione-regalo di cinque mascherine nell’altra. «Fare sensibilizzazione torna sempre utile - racconta la signora Marinella Kocjancic, appena fuori da un’edicola a Trieste, in largo Barriera -. Arrivati a questo punto, dovremmo aver capito la gravità della situazione. Non tutti, però, sembrano aver compreso quanto sia importante tutelare se stessi e gli altri» .
Eppure quell’accessorio è entrato così profondamente nelle vite delle persone che quasi sembra impossibile ci sia stato un tempo in cui si passeggiava con bocche e naso al vento, liberi di parlarsi guancia a guancia o di accendersi una sigaretta per strada senza sentirsi colpevoli. «La gente è arrivata al limite, ormai si sente stremata. A distanza di un anno, ancora non si notano particolari variazioni rispetto a quello che si è costretti a fare e a non fare per tutelarsi – dichiara un altro lettore, Matteo De Biasi -. La fiducia c’è. Ma si avverte anche tanto scoramento. In ogni caso, nonostante le mascherine siano ormai reperibili ovunque, a molte persone fa sicuramente comodo riceverne in omaggio».
Tra coloro che ieri mattina si sono messi in fila fuori dai rivenditori in attesa del proprio turno, erano in tanti a sapere già tutto dell'iniziativa. Solo in pochi lo hanno scoperto al momento, vedendosi inaspettatamente allungare, insieme alla copia del giornale, anche i dispositivi con riportato l'hashtag #iotiproteggo. «Non ne sapevo nulla. Ma mi pare una buona idea. Del resto, basta che funzionino, e tutte le mascherine sono ben accette - sottolinea il signor Maurizio -. Ricordare che bisogna proteggersi non può che essere un messaggio positivo. E fa sempre comodo ricevere un aiuto in più per tenere lontani i rischi. Soprattutto in questa terza ondata, in cui ci troviamo ancora ad avere a che fare con informazioni poco chiare, dove facciamo fatica a stare dietro a tutto quello che sentiamo o leggiamo».
Benché case, borse e zaini siano invasi da mascherine di ogni colore, averne in tasca di nuove «è anche un modo per andare incontro alle persone in un momento tanto particolare. Resta fondamentale trasmettere l’idea che va fatto il possibile per tutelarsi - afferma Dario Barbo -. Finché non saremo tutti vaccinati, finché non sarà raggiunta l’immunizzazione, la mascherina resterà. Si intravede la luce in fondo al tunnel, le cose sono molto cambiate rispetto a diversi mesi fa, quando eravamo completamente al buio».
Anche ai goriziani l'idea è piaciuta. E ieri mattina, all’edicola di Paolo Tortora di via Crispi c’è stato un buon viavai di persone, nonostante le condizioni meteo avverse. «Le mascherine fanno sempre comodo, visto che ormai sono diventate un elemento obbligato del nostro abbigliamento oltre che un dispositivo di protezione anti-contagio», ha commentato un lettore. Qualcun altro, invece, ha messo l’accento sull'importanza del lato estetico. E spera che l’iniziativa venga riproposta in tempi brevi. «Solitamente le mascherine sono celesti e tutte uguali l’una all’altra, queste sono bianche con la scritta “#Iotiproteggo”. Personalmente, mi piacciono parecchio».
Per farsi un'idea di come sia andata nel centro di Monfalcone, basti invece sapere che Il Piccolo, assieme a Specchio e al kit di cinque mascherine, è andato esaurito poco dopo le 11. «Tutti chiedevano il giornale, così a un certo punto abbiamo dovuto togliere la locandina e mettere all’esterno la scritta “Il Piccolo esaurito”...», racconta Alessandra Serafin che, assieme al marito Maurizio Bevilacqua, gestisce l’edicola-tabaccheria di via Fratelli Rosselli. Stesso scenario in corso del Popolo, nell’edicola-tabaccheria dei fratelli Colautti, dove i clienti si sono messi in coda per acquistare il quotidiano. Qualcuno chiedeva di poter scegliere anche il colore della mascherina. Ma ci è voluto poco tempo perché si scoprisse che il kit in regalo era uguale per tutti.
