La Chiesa bellunese cerca di conciliare il timore di una terza ondata con la necessità di favorire la partecipazione dal vivo
BELLUNO. Meno funzioni trasmesse in streaming e più celebrazioni dal vivo magari in orari diversi da quelli tradizionali, partecipazione in presenza alla messa almeno a Pasqua per i giovanissimi che devono affrontare la prima comunione o la cresima, assoluzione collettiva al posto della confessione a tu per tu con il sacerdote, che sarà rinviata a tempi migliori dal punto di vista della pandemia.
Sono queste alcune delle “istruzioni” che il vescovo Renato Marangoni ha indirizzato nei giorni scorsi alla comunità dei fedeli in vista della Pasqua e nel timore di una terza ondata di coronavirus. Un messaggio in cui si riprende il messaggio di papa Bergoglio da Baghdad – «Il Signore ci ha dato un vaccino efficace contro questo brutto virus: è la speranza», ma in cui si richiama anche ad «essere precisi e determinati nell’applicazione delle norme di prevenzione e igienizzazione».
Fino a dove è possibile, a messa bisogna andare in presenza, magari a qualche funzione aggiuntiva in orari non convenzionali. La trasmissione delle messe in streaming su internet non deve diventare la consuetudine, dice il vescovo Renato. Sì invece alla trasmissione in diretta delle messe del vescovo stesso e del papa.
Telebelluno ha già messo in calendario le trasmissioni delle messe diocesane, la prima sarà il 30 marzo alle 17 per la celebrazione dell a Riconciliazione.
Le famiglie dei ragazzi in età scolare possono si possono usare le tracce preparate dalla diocesi (basta chiederle scrivendo a: ud.annunciocatechesi@chiesabellunofeltre.it). Ma, scrive il vescovo, «sarebbe buona cosa non escludere totalmente la partecipazione in presenza almeno a Pasqua. Comporre insieme, con semplicità e fiducia, queste due dimensioni può aiutare molto l’esperienza di fede».
Prima a Pasqua e poi a Natale dello scorso anno, i fedeli bellunesi hanno già vissuto modalità nuove di vivere il sacramento della Riconciliazione: a Pasqua, durante il lockdown, con la sola “contrizione del cuore”, a Natale con la “terza forma”, ovvero l’assoluzione generale e collettiva senza il tradizionale momento nel confessionale.
«Come vescovo diocesano a cui spetta valutare e concedere questa terza forma», scrive Marangoni dopo essersi confrontato con i sacerdoti del presbiterio, «ho pensato che sia opportuno applicarla in preparazione alla prossima celebrazioned ella Pasqua». Si farà come a Natale dunque, con l’assoluzione collettiva, e una sola funzione a parrocchia, salvo eccezioni. Ma attenzione: i peccati gravi non passeranno in fanteria, ma deve esserci l’impegno a confessarli individualmente appena sarà possibile. Il rito della Riconciliazione, inoltre, deve restare separato dalla normale messa, che ha già una parte penitenziale. I partecipanti dovranno chiedere l’assoluzione generale con un segno: mettendosi in ginocchio o con un inchino profondo.
Distanziati, nel minor numero possibile pur garantendo la dignità delle celebrazioni, attenti a igienizzarsi spesso le mani e a non passarsi oggetti. Le regole per chirichetti e ministranti valgono anche per i coristi, pure durante le eventuali prove.
Niente benedizione delle case: la tradizionale visita del parroco nelle abitazioni dei suoi parrocchiani resta sospesa fino a contrordine. I sacerdoti, su richiesta dei familiari, visiteranno a domicilio gli ammalati, ma limitando al massimo queste uscite. Il vescovo Marangoni invita gli stessi familiari a portare a casa l’Eucarestia per i loro cari ammalati.
La domenica delle Palme si celebrerà nella seconda forma: il parroco celebrerà il rito sulla porta della chiesa, con solo i ministranti indispensabili. I rami d’ulivo? «Oltre che portarli da casa per evitare i “passa mano”», scrive il vescovo, «si potrebbero incaricare due-tre persone che – igienizzate le mani – consegnano un ramo alla persone che senza fare assembramento si avvicinano». Le messe rispetteranno il coprifuoco: nemmeno la veglia pasquale inizierà dopo le 20. Tutti devono essere a casa alle 22.
«Stravolgimenti ecclesiali». Così dei fedeli tradizionalisti hanno tacciato le indicazioni impartite dal vescovo Marangoni. Contestato nei giorni scorsi anche da un articolo della rivista online “La nuova bussola quotidiana”. —