PORDENONE. Cacciati dalla città per tre anni due fratelli, trovati dalla polizia con una carta postepay rubata il giorno prima e con un dispositivo per neutralizzare l’antitaccheggio in auto. Il questore Marco Odorisio ha disposto il foglio di via dalla città per entrambi.
La squadra volante, coordinata dal dirigente Marco Stamegna, si è precipitata in un albergo in città mercoledì mattina, quando alla sala operativa è arrivato l’alert alloggiati. Vi avevano pernottato due giovani, residenti a Trieste, con varie denunce alle spalle (anche per furto aggravato e indebito utilizzo di carte di credito). Il ragazzo, 21 anni, nato in provincia di Udine, stava facendo colazione in un bar. Alla vista dei poliziotti, ha tentato di allontanarsi, ma è stato prontamente bloccato e identificato.
Dalla banca dati è emerso che aveva a suo carico un divieto di ritorno in provincia di Treviso per furto in abitazione. Gli agenti hanno controllato anche la sua stanza, dove hanno trovato la sorella, una neomaggiorenne nativa della provincia di Padova. I fratelli non hanno fornito spiegazioni circa le ragioni della loro presenza in città. I poliziotti hanno trovato una forbice potatrice, una carta Postepay, 1.340 euro in contanti.
A chi era intestata la postepay? Da dove proveniva il denaro? Incalzati dai poliziotti i due giovani hanno cominciato a manifestare segni di nervosismo. Dentro all’auto c’era un attrezzo per aprire le placche antitaccheggio. Fratello e sorella sono stati accompagnati in Questura. La postepay era intestata a una signora di Porcia, operatrice del settore agricolo, alla quale martedì era stata rubata la borsetta con portafogli e dalla propria auto. I detective hanno accertato che alle Poste sono stati effettuati due prelievi da 600 euro con la carta rubata, martedì e mercoledì. I contanti trovati in albergo sono stati sequestrati e restituiti alla derubata. Ricevuta la bella notizia dal commissario capo Stamegna, la signora ha ringraziato di cuore gli agenti, per quanto quotidianamente fanno per il bene comune e la sicurezza delle persone.
I fratelli sono stati indagati a piede libero per utilizzo fraudolento di carta di credito, ricettazione, possesso di arnesi da scasso, sono stati sanzionati per aver violato i dpcm anticontagio e allontanati dalla città. «In un periodo contraddistinto da problemi economici e sociali, a causa del perdurare della pandemia – ha osservato il questore Marco Odorisio –, è stata svolta una rapida attività di prevenzione, che oltre ad interrompere sul nascere una serie di reati contro il patrimonio, che avrebbero colpito la nostra provincia, ha consentito la restituzione dell’intera somma rubata alla vittima del furto».
