Palazzo Moroni pronta a intervenire nel caso la Regione scelga la linea soft. Giordani: «Va tutelata la salute»
PADOVA. L’istituzione di un senso unico per i pedoni in via Roma, la chiusura della città ai non residenti e il blocco del traffico in centro come avvenuto nell’ultimo weekend prima di Natale. A Palazzo Moroni non si vogliono più vedere le immagini di assembramenti come quelli avvenuti nell’ultimo fine settimana e per questo sono già allo studio misure per impedirlo.
Soprattutto se la Regione non dovesse accogliere la richiesta del prefetto Renato Franceschelli che ieri ha chiesto la linea dura. «Quello che è auspicabile è che venga adottata una misura regionale», ha detto ieri il sindaco Sergio Giordani, «non sono pregiudizialmente contrario ad alcuna soluzione perché l’obiettivo primario deve essere la tutela della salute dei padovani».
Le misure
Ma proprio lunedì il governatore Luca Zaia ha escluso categoricamente «un’ordinanza pesante. Non è sostenibile in questa fase, ma per regolamentare alcuni orari e altro, decisamente sì. Non verranno però toccati i confini comunali».
Una doccia fredda per chi sperava che la Regione volesse ritagliarsi un ruolo di coordinatore per evitare gli assembramenti della scorsa settimana. E, in attesa che si tenga un vertice del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica con prefetto e questore, Palazzo Moroni inizia ad attrezzarsi a fare da solo. Per questo le ipotesi allo studio sono essenzialmente tre, due delle quali, testate nei mesi scorsi.
Una prima ipotesi è una chiusura della città ai non residenti, con il divieto dunque di entrare a Padova a chi non ci risiede, fatta ovviamente eccezione per motivi di lavoro o necessità. La seconda ipotesi è quella di ripetere quanto già fatto nell’ultimo weekend prima di Natale, ossia vietare la circolazione alle auto all’interno della circonvallazione.
E infine, e sarebbe la novità, prevedere l’istituzione di un senso unico di passeggiata nelle vie più a rischio. La prima a sperimentare questa possibilità sarebbe via Roma, quella che sabato è finita maggiormente sotto pressione. L’ipotesi allo studio sarebbe quella di utilizzare personale della Protezione civile sia dal lato di via XX Settembre, dove i pedoni potrebbero passare per andare verso l’università, che dal Canton del Gallo, dove invece sarebbe vietato l’accesso ai pedoni. In questo modo chi volesse tornare verso Prato della Valle dovrebbe utilizzare le vie del Ghetto o via Del Santo.
Il commercio
«Sarebbe anche un modo per andare incontro alle esigenze del mondo del commercio», spiega l’assessore alla Sicurezza Diego Bonavina, «perché in questo modo verrebbero utilizzate vie che di norma vengono frequentate meno da chi arriva a Padova il sabato o la domenica. Comunque sia prima di prendere qualsiasi decisione attenderemo di parlare con prefetto e questore».
Anche l’assessore vorrebbe che fosse la Regione a prevedere in maniera coordinata nuove restrizioni in vista dei prossimi weekend. «Non stiamo parlando di un “caso Padova”», sottolinea Bonavina, «ma della medesima situazione vista in tutti quei centri in cui è stata concessa la zona gialla. Onestamente non mi aspettavo di vedere tutta quella gente sabato».
E se dalla Regione, come al momento sembra, non arriveranno provvedimenti restrittivi nei prossimi giorni l’assessore conferma la volontà del Comune di pensare a vie alternative: «Ovviamente non serve grande fantasia», aggiunge, «per impedire gli assembramenti basta ripetere quanto già fatto. Il divieto di spostamento da altri Comuni e i posti di blocco lungo il perimetro del centro erano stati efficaci: siamo pronti a tirarli fuori di nuovo». —
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