BELLUNO. Ladri di champagne, bollicine di altissimo livello e vini pregiati. Una banda di cittadini romeni avrebbe colpito più volte nei punti vendita bellunesi dell’ipermercato Kanguro. Ma per adesso c’è soltanto un imputato per l’ipotesi di reato di furto aggravato e continuato. Secondo la ricostruzione fatta dalla Procura della Repubblica, Sorin Marian Sim è stato bloccato dalla guardia giurata di servizio tra le casse e l’uscita, dopo essere stato ripreso, tra gli scaffali, dagli occhi elettronici delle telecamere della videosorveglianza.
I complici non sono ancora stati identificati e denunciati ai carabinieri, ma la direzione dei negozi è la prima a essere convinta che l’uomo non abbia mai colpito da solo. A parte il fatto che, fino a prova contraria, è innocente e potrebbe anche essere assolto, con qualsiasi tipo di formula. Nuove indagini potrebbero portare a degli sviluppi interessanti, anche perché agli inquirenti risulta che si tratti di un gruppo abituato a frequentare i magazzini di tutta la regione e non solo della provincia di Belluno.
Sim è difeso d’ufficio dall’avvocato Marco Cason e, nell’udienza filtro di lunedì, il giudice Feletto ha raccolto le liste dei testimoni, a cominciare da quelli necessari al pubblico ministero Tricoli a provare l’accusa e rinviato al 3 maggio per l’inizio del dibattimento. Non c’è stata costituzione di parte civile di Acil srl, in maniera da ottenere un risarcimento danni. In qualche caso, la refurtiva è stata recuperata e in qualche altro non ha molto senso incaricare l’avvocato di fiducia, perché la perdita non è poi così importante.
Il periodo dei furti contestati va dal 28 novembre al 7 dicembre del 2018, dunque a ridosso delle festività di Natale, quando i brindisi non mancano di sicuro. Sim e altri soggetti avrebbero distrutto il dispositivo di plastica antitaccheggio posto su ciascuna confezione, in maniera da non far suonare le sirene dei cancelli elettronici e trafugato prima 23 bottiglie di champagne marca Ruinart e Moet & Chandon per un valore complessivo di 1.500 euro e, in un secondo momento, sei bottiglie di vino pregiato per un totale di 400 euro. L’aggravante contestata è la violenza sulle cose. —