TOANO. Un 30enne, un 44enne e un 35enne, tutti residenti in un comune dell’Appennino reggiano, sono stati denunciati con l’accusa di concorso in furto aggravato, dai carabinieri di Toano e del nucleo operativo della compagnia di Castalnovo Monti. Erano specializzati in furti di auto d’epoca. Ma li ha incastrati il lavoro certosino dei carabinieri, in cambo anche il Ris che, forte di una macchina rubata e poi recuparata, ha potuto comparare le impronte digitali repertate con quelle in banca dati.
A denunciare il furto dell’auto d’epoca, un’Alfa Romeo 2000 Gtv, del valore di circa 40.000 avvenuto nel maggio dell’anno scorso, era stato il figlio del proprietario residente all’estero che, recatosi nell’abitazione del padre si era accorto della “sparizione” e aveva sporto denuncia.
Non un elemento che potesse ricondurre ai responsabili del furto e al recupero dell’auto. Tuttavia, grazie all’attività di controllo del territorio, i carabinieri di Toano, a distanza di alcuni giorni dal furto, avevano trovato l’auto in un casolare abbandonato. Era stata occultata lì probabilmente in attesa di essere piazzata a qualche appassionato compiacente ricettatore.
Sull’auto evidenti tracce di impronte palmari e digitali rilevate poi dai militari del nucleo operativo di Castelnovo Monti, giunti in supporto ai colleghi di Toano, e inviate al Ris di Parma per le indagini comparative del caso. Da questo tipo di indagine si è arrivati alla prima importante svolta con l’identificazione certa di un 30enne con precedenti.
Da lui le indagini hanno portato ai suoi due amici, un 44enne e un 35enne, con cui il primo indagato aveva contatti. I tre sono stati tutti denunciati. Il sostituto procuratore, oltre a emettere nei confronti degli indagati il relativo avviso di garanzia, concordando con le risultanze investigative dei militari ha autorizzato a carico dei tre altrettante perquisizioni, eseguite questa mattina senza ulteriori esiti.