Un attacco vile, quello perpetrato contro Giorgia Meloni dalle colonne de La Stampa. Un insulto di basso profilo che nulla ha a che fare con la dialettica politica, e che arriva da un certo tipo di giornalismo militante che trasuda bava alla bocca. E che in nulla contribuisce al dibattito in corso, in merito alla scelta di Fratelli d’Italia di chiamarsi fuori dall’ammucchiata selvaggia del possibile governo Draghi. Anzi, semmai, un intervento, quello dell’articolo de La Stampa, di cui si è dovuto scusare il direttore Giannini, che ha solo svilito modalità e termini del discorso al bieco insulto. All’ingiustificato affronto personale. Una inaccettabile caduta di stile che si inserisce nel solco degli attacchi mirati contro FdI e Giorgia Meloni per la decisione di non sostenere il futuro governo Draghi e di assumere, coerentemente con tutto quanto fin qui detto, sostenuto e dimostrato nei fatti, con lealtà e coerenza, una posizione di opposizione responsabile e patriottica. Un’offesa che indigna profondamente. Uno sdegno che l’ostentato silenzio delle Boldrini di turno. Delle “sempreverdi” e sempre attive femministe d’antan. E di tutti gli aedi della lotta alle ingiurie sessiste, eleva all’ennesima potenza.
In queste difficili ore di ricerca di un compromesso arduo e di stilettate polemiche sparate senza ritegno da più fronti, Giorgia Meloni, non solo è costretta a spiegare a più riprese il perché di una scelta politica. Ma quasi a doversene giustificare. Complice, ahinoi, un atteggiamento ostile tipico della sinistra militante, che tende a considerare l’avversario di partito quasi una entità nemica astratta, non umana. Un sospetto che le parole usate dall’articolista del quotidiano di Torino vanno ad alimentare. Un florilegio di termini e verbi utilizzati contro Giorgia Meloni, accusata di star fuori dal perimetro di un governo possibile. Un torto, per il giornalista che firma quelle ingiurie, che per i censori dem equivale allo star fuori dal perimetro dell’umanità. Una recriminazione che esce dunque dal ristretto ambito della polemica di genere, e che entra in una dimensione anche più vasta. E, in quanto tale, doppiamente deprecabile. Offese polivalenti, che dal fronte contrapposto, sono respinte con fermezza e determinazione. Vediamo, riassunte rapidamente, alcune delle dichiarazioni di solidarietà arrivate in queste ore a Giorgia Meloni.
Calandrini (Fdi): «La critica rispetti sempre le persone». Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Nicola Calandrini, esprimendo «solidarietà a Giorgia Meloni per le vili parole apparse sul quotidiano La Stampa, che non avendo argomenti, attacca persino la sua famiglia, tirando in ballo la figlia. Come Fratelli d’Italia immaginavamo che non sostenere il governo Draghi ci avrebbe esposto a delle critiche. Ma c’è un limite: che è quello del rispetto per le persone. Non ci faremo di certo intimidire, andremo avanti coerenti con la nostra posizione. Gli altri se ne facciano una ragione».
Anche stavolta femministe in silenzio? Anche Isabella Rauti esprime a chiare lettere la sua «solidarietà a Giorgia Meloni come madre e come donna per l’attacco di bassissimo profilo che giunge oggi dalle colonne de La Stampa. Che pubblica un articolo dove pur di colpire politicamente il presidente di Fdi, si entra nella sua vita privata, e si argomenta addirittura sulla figlia. Da giorni registriamo attacchi contro FdI e Giorgia Meloni per la decisione – fuori dal coro – di non sostenere il futuro governo Draghi e di assumere una posizione di opposizione responsabile e patriottica. Era immaginabile – prosegue la Rauti –, ma la critica dovrebbe avere un limite che è quello del rispetto della persona». Considerare un figlio come il «prodotto di una collaborazione» è quanto di più grave e degradante, oltre che evidentemente meschino. E, aggiungo, che lo stesso trattamento non sarebbe tributato a nessun leader padre. Solo perché uomo! La scelta di Giorgia Meloni e Fdi sulla non fiducia al governo Draghi è politica e, piaccia o non piaccia, merita rispetto». Quindi, una stoccata finale: «Senza dubbio – conclude la Rauti – assisteremo al solito silenzio delle femministe e in servizio permanente, che quando è una donna di destra ad essere sotto attacco, scelgono di stare zitte. Il che equivale a condividere quanto scritto»…
“Su Meloni assordante silenzio delle “Boldrine”. «Ho riletto il pezzo cu @GiorgiaMeloni, ma non ho ancora stranamente letto le scuse», twitta la Colosimo. «Sarà certamente un caso. Come lo è l’assordante silenzio delle Boldrine e delle “lookmaker” della Bellanova. Mi vergogno davvero tanto per tutti voi! #iosonoGiorgia».
Bignami (Fdi), «contro la Meloni squallido giornalismo militante di sinistra». Sul caso non fa sconti neppure il deputato di Fratelli d’Italia, Galeazzo Bignami. Che a riguardo dichiara netto: «Con lo squallido articolo pubblicato oggi dal quotidiano La Stampa, che definisce la figlia di Giorgia Meloni «prodotto di una collaborazione», il giornalismo militante di sinistra mette a segno un altro squallido colpo. Mi domando cosa ne pensino non solo il direttore de La Stampa, ma anche le tante femministe di sinistra che sono sempre pronte a levate di scudi solo se chi viene colpito da tale violenza e disprezzo è una donna della loro area politica. A Giorgia Meloni e alla sua famiglia, giunga la mia solidarietà».
Ronzulli (Fi), «bene scuse a Meloni: inaccettabili certe rappresentazioni». Il vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato, Licia Ronzulli, affida a un tweet riprovazione e commento per l’accaduto. «Bene le scuse de La Stampa: è inaccettabile che si rappresenti in questo modo una bambina, chiunque sia la madre, anche se è figlia di un leader politico, quindi di un personaggio pubblico. Solidarietà a Giorgia Meloni che, tra le altre qualità, ha quella di essere una mamma esemplare per Ginevra». Un parere condiviso da Giovanni Toti, che nel commentare la vicenda, dichiara: «Il confronto resti entro limiti rispetto e civiltà». Infine, il Presidente della Liguria, Giovanni Toti in una nota, nell’esprimere solidarietà a Giorgia Meloni, esorta toni e confronti più civili. E sottolinea: «Bene le scuse a Giorgia Meloni e alla sua bimba, definita in un articolo come il «prodotto di una collaborazione» con il compagno. In questo momento così delicato per il Paese, il confronto deve restare entro i limiti tracciati dal rispetto e dalla civiltà, indipendentemente dalle posizioni politiche. Anche così aiutiamo il Paese a ripartire. Solidarietà a Giorgia, grande donna e splendida mamma per Ginevra».
L'articolo Solidarietà a Giorgia Meloni contro il vile attacco de “La Stampa”. Ma le “Boldrine” tacciono sembra essere il primo su Secolo d'Italia.