La decisione del ministro Speranza dopo aver ricevuto le indicazioni dell'Istituto superiore di sanità. Ecco cosa significa restare in questa fascia
VENEZIA. Il Veneto resta in zona arancione. Almeno per un'altrab settimana, quindil giorno più giorno meno, fino a fine gennaio. E' la decisione assunta dal ministro della Salute Roberto Speranza alla luce delle indicazioni fornite oggi dall'Istituto superiore di sanità.
Si tratta della soluzione che era consigliata da tutti gli scienziati, nonostante i numeri dell'epidemia in Veneto stessero scendendo da un paio di settimane. L'indice Rt è calato fino a 0,82. Numeri da zona gialla, ma evidentemente deve aver pesato la volontà politica di non rischiare di far risalire la curva, abbassando il livello di guardia, come era già successo in Veneto prima di dicembre.
Anche l'incidenza dei casi è passata da 480 positivi ogni 100mila abitanti a settimana a 178.
In realtà, essendo in zona arancione già da due settimane, ed avendo numeri in netto calo, il Veneto avrebbe avuto le condizioni ma per tornare in giallo.
A quanto si apprende, a confermare per il Veneto la classificazione di rischio elevato (che ha impedito la "promozione" in giallo) sono stati la diffusione dell’infezione (ci sono pur sempre ancora più di mille nuovi casi al giorno) e il tasso di ospedalizzazione:, che, pure in discesa, restano su livelli elevati.
Ripetiamo quali sono le restrizioni fondamentali per chi vive in zona arancione (come potete poi leggere più nel dettaglio nella guida interattiva che abbiamo pubblicato qui sopra): divieto di uscire dal proprio Comune se non per ragioni di lavoro, salute o necessità (a parte una deroga piena di condizioni per i Comuni con meno di 5mila abitanti); bar e ristoranti aperti solo per l'asporto; chiusura totale di palestre e piscine.