foto da Quotidiani locali
UDINE. Il Friuli Venezia Giulia resta in area arancione, come ampiamente previsto, evita il declassamento in fascia rossa e, anzi, si apre uno spiraglio per quantomeno sperare di poter ritornare in zona gialla da febbraio.
L’esito del monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità, infatti, certifica un miglioramento della situazione della pandemia all’interno dei confini regionali dove, però, resta molto elevato – e in assoluto è tra i più alti del Paese oltre che abbondantemente sopra la media italiana – il tasso di incidenza dei contagi ogni 100 mila abitanti.
Il monitoraggio settimanale
L’Istituto superiore di sanità, ieri, ha certificato la bozza di monitoraggio consegnata mercoledì sera alla Regione e che mette nero su bianco come, da una settimana all’altra, l’andamento della pandemia in Friuli Venezia Giulia sia migliorato in diversi parametri.
Il primo criterio, fondamentale, per dimostrarlo è dato dalla valutazione complessiva di rischio scesa dal giudizio di “alto” della scorsa settimana a quello di “moderato” del periodo compreso tra l’11 e il 17 gennaio.
Allo stesso tempo, va considerato l’Rt mediano pari a 0.88 – compreso in una forchetta tra il minimo di 0.84 e il massimo di 0.91 – in diminuzione sia rispetto allo 0.94 del monitoraggio precedente sia allo 0.91 di quello di due settimane fa.
Per quanto riguarda i casi registrati negli ultimi 14 giorni, sono passati dal +35,7% dell’ultima analisi all’attuale -18,1%. Un trend, questo, che viaggia in parallelo a quello registrato nel criterio dei casi riportati alla sorveglianza integrata scesi da una crescita del 30,8% di sette giorni fa all’attuale calo del 27,6%.
La tendenza, poi, è positiva pure in relazione ai nuovi focolai settimanali che sono stati pari a 705 contro i “vecchi” 894 per un totale di cluster attivi leggermente aumentato se consideriamo come venerdì scorso fossero complessivamente mille 719 e ieri il totale fosse salito a mille 775.
Bene, andando oltre nell'analisi, i casi con focolaio non noto scesi fino a quota mille 621, dai precedenti 2 mila 23, ma sono anche gli andamenti dei tamponi a permettere al Friuli Venezia Giulia di tirare un sospiro di sollievo.
Il totale di positività di coloro che sono stati testati per la prima volta, infatti, è pari al 14,5%, cioè praticamente dieci punti in meno rispetto al precedente 24,5%, così come si è più che dimezzato l'indice dei contagi in ospedale – diminuito fino al 9,2% dei test rispetto all’antecedente 19,4% – e quello nel setting territoriale è sceso dal 25,1% al 15,5%.
Contagi e altre regioni
Il trend che continua a preoccupare, oltre all’occupazione delle Terapie intensive (36%) e dei reparti di non urgenza (54%), riguarda l’incidenza dei contagi ogni 100 mila abitanti. Il dato del Friuli Venezia Giulia, nel dettaglio, parla di un’incidenza a 14 giorni equivalente a 507,68 ogni 100 mila abitanti.
Molto più alta di quella media italiana – ferma a 339,24 –, ma anche della stragrande maggioranza delle altre Regioni se pensiamo che a fare peggio sono soltanto la Provincia di Bolzano con 646,14 e il Veneto con 579,92. Cambia poco – anzi – prendendo inconsiderazione il parametro dell’incidenza a 7 giorni.
In questo frangente il Friuli Venezia Giulia registra 221,40 casi ogni 100 mila abitanti e a fare peggio c’è soltanto l’Alto Adige con un dato di 309, 54. Allargando la valutazione agli altri territori, in generale l’Rt scende più o meno ovunque. Soltanto una Regione (la Sardegna) subisce un peggioramento di scenario, mentre con un Rt superiore all’1 nel valore minimo ci sono Puglia e Sicilia.
Una valutazione di rischio alto è stata affibbiata ad Alto Adige, Sicilia, Umbria e, appunto, Sardegna, mentre tutti gli altri territori, compreso il nostro, possiedono questa settimana un teorico scenario da fascia gialla.
Le prospettive
Il Friuli Venezia Giulia, dunque, con i parametri dall’11 al 17 gennaio – e soprattutto il combinato disposto tra l’Rt inferiore all’1 e uno scenario di rischio non alto – sarebbe in zona gialla, ma resterà per almeno un’altra settimana, invece, in quella arancione.
Il Dpcm attualmente in vigore prevede sì che si possa passare da una fascia di minori limitazioni a una di maggiori ogni settimana – da gialla ad arancione e da arancione a rossa, per capirci –, mentre per compiere il percorso inverso – da rossa ad arancione e da arancione a gialla – è necessario attendere come minimo 15 giorni.
Il Friuli Venezia Giulia, pertanto, non potrà abbandonare la fascia di rischio intermedia in cui si trova prima di domenica 31 gennaio – essendoci entrato il 17 – e dunque potrà, eventualmente, rientrare in zona gialla soltanto da febbraio. Tutto, in ogni caso, sarà legato alla valutazione dell’andamento dell’epidemia questa settimana e dal monitoraggio della prossima.
Con le nuove regole in vigore dopo le feste, in sintesi, il Friuli Venezia Giulia, per vedere riaprire bar e ristoranti, dovrà sperare di mantenere un Rt minore di 1 nel valore inferiore e non tornare a ottenere una valutazione complessiva di rischio alto. —