foto da Quotidiani locali
UDINE. Nelle pieghe dell’ultimo decreto, quello che riformula le restrizioni diversificandole a seconda della fascia di rischio assegnata a ciascuna Regione, sono confermate anche le indicazioni per gli spostamenti oltre confine, con le restrizioni già previste dal decreto firmato il 3 dicembre scorso e aggiornate via via con le ordinanze del Ministero della Salute.
Misure che sono in scadenza venerdì. E in attesa delle decisioni del governo, a partire dal 15 gennaio sarebbero così permessi per i residenti in Friuli Venezia Giulia (in quanto zona gialla) gli sconfinamenti verso i Paesi dell’area Schengen, senza l’obbligo di sottoporsi al tampone una volta rientrati in patria.
Il condizionale è doveroso per almeno due ordini di motivi: il primo è legato all’imminente scadenza dei provvedimenti, con la possibilità affatto remota che da Roma arrivi una nuova stretta sulla possibilità di uscire dal territorio nazionale senza motivi fondati; dall’altro, è necessario tenere in stretta considerazione le restrizioni previste dal Paese di destinazione.
Per chi abita in Fvg l’interesse è ovviamente calamitato da quanto accade in Austria e Slovenia. Vediamo dunque in breve le regole previste al momento, anche nei due Stati che confinano con la nostra regione.
1. Posso andare a fare una gita all’estero?
No, fino a venerdì non è permesso spostarsi se non per motivi di lavoro, salute o assoluta urgenza in un Paese straniero del cosiddetto elenco C: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca (incluse isole Faer Oer e Groenlandia), Estonia, Finlandia, Francia (inclusi Guadalupa, Martinica, Guyana, Riunione, Mayotte ed esclusi altri territori situati al di fuori del continente europeo), Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi (esclusi territori situati al di fuori del continente europeo), Polonia, Portogallo (incluse Azzorre e Madeira), Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna (inclusi territori nel continente africano), Svezia, Ungheria, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Svizzera, Andorra, Principato di Monaco.
2. Quale procedura devo seguire per rientrare in Italia da un Paese straniero?
È possibile entrare/rientrare in Italia sottoponendosi a test molecolare o antigenico nelle 48 ore precedenti l’ingresso, compilando la necessaria autodichiarazione e informando l’azienda sanitaria di competenza. Non è previsto l’isolamento fiduciario, a meno che non si sia sprovvisti dell’attestazione di test molecolare o antigenico (si applica quindi la disciplina normalmente prevista per i Paesi dell’elenco C). Rimane l’obbligo di comunicare al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente per territorio il proprio ingresso, nonché l’obbligo di compilare un’autodichiarazione.
3. Cosa cambia da venerdì?
Se il governo non dovesse decidere per ulteriori restrizioni, da venerdì sarà possibile spostarsi dalle zone gialle in un Paese straniero senza doversi sottoporre al ritorno all’isolamento fiduciario, né al tampone. Questo, tuttavia, al netto delle restrizioni previste dai singoli Paesi.
4. Quali restrizioni prevede al momento l’Austria?
Per entrare in Austria dall’Italia è necessario sottoporsi ad autoisolamento fiduciario di dieci giorni. La quarantena può essere osservata presso l’abitazione di parenti (a condizione che venga rispettato l’isolamento dalle altre persone).
La quarantena può essere interrotta allo scopo di lasciare l’Austria, garantendo condizioni di sicurezza che evitino il propagarsi del contagio; a seguito di esito negativo di un test Covid molecolare o antigenico. Il test può essere effettuato non prima del quinto giorno successivo all’ingresso in Austria.
Ai cittadini dei Paese extra Schengen, svizzeri, del Regno Unito e loro familiari, se non residenti o stabilmente domiciliati in Paesi Ue, Svizzera, Regno Unito, Andorra, Principato di Monaco, San Marino e Vaticano, in linea generale non è consentito l’ingresso in Austria. Eccezioni sono previste per una serie di categorie e situazioni (salute, lavoro, urgenza).
5. Ci si può spostare in Slovenia? Quali limitazioni ha previsto Lubiana?
Chi proviene da una regione inserita nella lista rossa (come l’Italia) deve fare una quarantena di dieci giorni all’ingresso in Slovenia oppure presentare un test negativo, effettuato in uno dei laboratori riconosciuti dal governo sloveno (tutti quelli in Italia sono riconosciuti), non oltre le 48 ore precedenti l’ingresso nel paese. Tra le eccezioni all’obbligo di isolamento è previsto anche il transito entro 6 ore, a condizione di poter accedere senza problemi al successivo Paese di transito o destinazione.
Altre eccezioni riguardano i migranti transfrontalieri (a condizione che restino meno di 14 ore in Slovenia), ed i trasportatori, (con un tempo massimo di permanenza di 8 ore). Altre eccezioni sono state invece eliminate (visita a case o barche in Croazia, lavori agricoli).
Dal 4 gennaio è stata introdotta la possibilità di sottoporsi ad un test rapido (Pcr) direttamente ai valichi di frontiera, ovviando così all’obbligo di quarantena. Per ora questa possibilità è limitata all’aeroporto di Lubiana e a cinque valichi di frontiera con la Croazia (Obrezje, Gruskovje, Melitka, Sredisce ob Dravi e Jelsane). Concessioni per i lavoratori frontalieri, per chi si reca dall’Italia in Slovenia per visite mediche.
Resta confermata la possibilità di attraversare il Paese senza fermarsi (a parte le soste tecniche) e non facendo trascorrere più di sei ore dal momento dell’ingresso a quello dell’uscita dalla Slovenia. Disco verde anche per chi quotidianamente o periodicamente attraversa la frontiera per motivi di istruzione, formazione o ricerca scientifica in Slovenia o in uno Stato membro dell'Unione Europea o in un Paese dell’area Schengen, a patto che sia in grado, documenti alla mano, di dimostrarlo. —