Udinese in calo con il lockdown, tante le domande sul virus. I picchi di traffico sul web registrati con la seconda ondata
UDINE. In questo 2020 così diverso rispetto agli anni passati c’è un elemento che non è cambiato: la parola più cercata dai friulani su Google è rimasta “meteo”.
I dati forniti da Google Trends – lo strumento del motore di ricerca che permette di vedere quali sono le parole più cercate sul motore su cui navigano milioni di persone al giorno – mostrano che in regione c’è sempre una forte necessità di rimanere aggiornati sulle previsioni meteorologiche, dal primo all’ultimo mese dell’anno. Abbiamo fatto una selezione delle parole più cercate, eliminando i siti di ricerca per e-commerce e piattaforme multimediali (come Youtube).
Come si può vedere dal grafico a linee qui in alto (che mostra l’andamento delle ricerche di nove parole in tendenza dal primo gennaio al 19 dicembre, ultimo dato disponibile sulla piattaforma), l’interesse per il meteo è rimasto tutto sommato costante per dodici mesi, raggiungendo un picco durante la stagione estiva, quando anche le restrizioni per affrontare la pandemia erano state allentate e, cronaca alla mano, ad agosto quando l’intera regione è stata colpita dal maltempo.
Ma se con il meteo siamo di fronte a una conferma, altri sono i termini che fanno il loro ingresso in questa classifica. Stiamo parlando di tutte le parole correlate al Covid. “Coronavirus” è stata la seconda parola più cercata quest’anno dai friulani, raggiungendo l’8 marzo, il giorno prima del decreto “Io resto a casa”, il suo picco. Anche la ricerca su Google di “mascherine” ha avuto un trend simile, registrando valori alti tra marzo e maggio, quando di chirugiche se ne trovavano poche ed era la Protezione civile a consegnare i dispositivi di sicurezza nelle cassette della posta.
Percorso inverso, invece, per le parole “dpcm” e “tampone”, che hanno raggiunto il massimo delle ricerche durante la seconda ondata (da metà ottobre in poi) quando, presumibilmente, le persone cercavano informazioni aggiornate sulle chiusure decise dal governo e sulla possibilità di effettuare test antigenici o molecolari. Sali e scendi, con uno stop prolungato, per la parola “Udinese” che ha subito uno stop importante in concomitanza al lockdown che ha fermato tutto lo sport.
Anche il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, ha avuto due picchi piuttosto evidenti: il primo in occasione della riapertura di scuole e negozi nella prima metà di maggio, e il secondo durante tutto il mese di novembre, quando la regione si è mossa da “zona gialla” a “zona arancione”.
E noi? Il trend della parola “Messaggero Veneto” è infatti rimasto costante per tutto l’anno, senza mai scendere sotto il 50% delle ricerche del picco massimo (ottenuto durante la settimana del 9 marzo e del lockdown nazionale).
