BELLUNO. Trentatremila tamponi effettuati da maggio ad oggi sui 14.000 dipendenti italiani di Luxottica (tra stabilimenti, uffici e negozi). Un tasso di positività che si aggira tra l’1 e l’1,4 per cento (quest’ultimo dato si riferisce alla seconda ondata): alcune centinaia di dipendenti sono finora risultate positive al Covid, con una percentuale di dieci volte più bassa rispetto alla media nazionale (14-15%).
Sono questi alcuni dati che i vertici di Luxottica hanno condiviso nei giorni scorsi con le rappresentanze sindacali, nel fare il punto sulla diffusione del virus in azienda e sull’andamento della campagna dei tamponi. Si è tenuto infatti venerdì 13 novembre il Coordinamento sindacale nazionale, tutto in via telematica, proprio nel rispetto delle disposizioni sulla pandemia. È stata l’occasione per ripercorrere la storia degli ultimi dieci mesi, da quando il ciclone Coronavirus ha sconvolto il mondo, con specifico riferimento alle attività che il gruppo Luxottica ha messo in atto per proteggere i dipendenti e poter lavorare per quanto possibile in sicurezza.
Protocollo crisanti
Il modello Luxottica, messo a punto con l’Università di Padova, e il protocollo dei tamponi del professor Crisanti stanno contribuendo a tenere sotto controllo il virus dentro il gigante degli occhiali, che nel Bellunese riguarda circa ottomila dipendenti con le loro famiglie, permettendo nello stesso tempo di proseguire il lavoro negli stabilimenti e nei negozi.
La pandemia, prima che in Italia, ha coinvolto Luxottica in Cina, dove l’azienda ha un polo logistico - produttivo con oltre 13mila persone e diverse attività commerciali e negozi. Le prime esperienze su come affrontare il virus si sono formate proprio lì, per poi essere consolidate in Italia e infine estese a tutte le attività del gruppo nel mondo, per gli ottantamila dipendenti complessivi.
È a maggio che viene messo a punto da Luxottica un modello di prevenzione, grazie alla collaborazione con l’università di Padova dove opera il professor Crisanti. Le misure adottate sono quelle della prevenzione passiva, (l’utilizzo di termoscanner, mascherine, distanziamento), insieme con un sistema di sorveglianza attiva per tutti i dipendenti. Il modello utilizza i cosiddetti tamponi “intelligenti”, ripetuti nel tempo, che tengono sotto controllo i profili più a rischio che sono stati individuati come tali da un sistema digitale e da un algoritmo sviluppato dal professor Crisanti.
Il protocollo sottopone a tampone le persone che sono ad alto, medio e basso rischio, per individuare le positività, anche se si tratta di asintomatici. Ed è con questo sistema che si sono individuati molti positivi senza sintomi.
La fondazione Del Vecchio
Il progetto viene reso possibile da un importante investimento della Fondazione Del Vecchio che mette 1,5 milioni di euro per realizzare un nuovo laboratorio a Padova, in grado di garantire a regime fino a 60.000 tamponi al mese per i dipendenti di Luxottica, i loro famigliari, la rete dei clienti e di partner.
Il modello di prevenzione e il protocollo tamponi sono stati resi accessibili liberamente a chiunque volesse adottarli. Cosa che ha riguardato partner e clienti ottici di Luxottica in Italia, a partire dalle attività italiane di Versace.
La diffusione del virus
Ai sindacati è stato detto chiaramente, ed è un dato assodato che riguarda tutto il mondo economico bellunese ma ovviamente non solo locale: impossibile impedire al virus di entrare nelle aziende. E gli attuali quattromila positivi in provincia di Belluno non sono certo solo anziani in pensione o scolari, sono in gran parte lavoratori. Ma per quanto riguarda Luxottica la “contraerea” messa in campo a base di tamponi e di prevenzione consente di limitare la diffusione del virus all’interno degli ambienti di lavoro.
Controlli e welfare
Per far funzionare il sistema servono strumenti, personale e logistica, e per non gravare sul servizio sanitario regionale il gruppo si è dotato in proprio di strutture e professionalità. Ci sono state poi molte campagne informative nei confronti dei dipendenti, ma anche nuovi servizi come i numeri verdi di ascolto e assistenza, e altre iniziative di welfare (tra cui l’integrazione al cento per cento della cassa Covid nei primi sei mesi dell’anno). E ora sta partendo una nuova iniziativa, la possibilità di estendere i tamponi ai famigliari conviventi. Un servizio che verrà esteso a tutte le sedi italiane. —
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