MANTOVA. Da qualsiasi parte la si voglia guardare, Mantova-Modena non è una partita come le altre. La vicinanza tra le due provincie, ancora più che le due città, ha sempre dato a questo derby risalti particolari.
Mario Cattafesta, nel suo libro "I 60 anni del Calcio Mantova", cita testualmente un precedente del campionato 1919-20, quindi di oltre cento anni fa, campionato Prima Categoria girone emiliano, vinto dal Bologna: «Botte, invece, solennissime botte per Mantova-Modena (0-0): ci scappò persino una multicina per la società di 10 lire, tanto più che l'arbitro era stato costretto a rimanere chiuso negli spogliatoi per un'ora buona. Botte nell'andata e nel ritorno: e pare che non siano stati i mantovani a rimetterci. Neppure in tribuna e nell'animato dopomatch». Quest'anno almeno questo rischio non si corre, data la pandemia che obbliga le porte chiuse, ma i tifosi vogliono far sentire la propria voce.
«Gli sfottò sono già partiti da tempo sui social - dice Pierpaolo Tognini, attivo esponente della Curva Te - e tutti sanno che la partita vale tre punti come le altre, in particolare per la salvezza, ma dal punto di vista della rivalità l'importanza è doppia. A maggior ragione per chi vive ai confini con la provincia modenese. Avremmo voluto portare uno striscione sul Centrale Te ma non è il caso di rischiare. I giocatori sappiano però che col Modena non si può perdere».
Stesso discorso da parte di Gianluca Negretti, nel Direttivo del Club "Garo per sempre" e segretario del Centro di Coordinamento: «Purtroppo non potremo essere allo stadio ad urlare il nostro costante incitamento - spiega - ma so che su RaiSport saremo in tanti a spingere il Mantova con il cuore. Ci manca moltissimo la nostra squadra, in casa come in trasferta: questa è una partita speciale, ancora di più che contro il Verona. Non si può mollare niente, vogliamo vedere impegno e grande determinazione».