A San Tomà senza mascherina né distanziamento. Nel mirino anche le “macchinette mangiasoldi” delle tabaccherie
VENEZIA
Il “coprifuoco” targato Zaia ha già avuto un prologo con l’aumento dei servizi di controllo della Polizia Locale che, in centro storico, venerdì sera ha dato un giro di vite anche in seguito a numerose segnalazioni da parte dei cittadini. Lo stesso comandante Marco Agostini con dei suoi commissari è sceso, letteralmente, in campo a controllare la situazione sia sul fronte “macchinette mangiasoldi” nelle tabaccherie che per quanto concerne il controllo sull’uso delle mascherine.
Da ieri sera per gestire i controlli in base all’ordinanza del Presidente Luca Zaia, è stato deciso di impiegare pattuglioni misti sia in centro storico che a Mestre. Partecipano ai controlli quindi carabinieri, guardia di finanza, polizia e polizia locale. Utilizzati anche i militari del reggimento lagunari Serenissima che fino a qualche mese fa erano impiegati nel servizio “Strade sicure”. La decisione dei pattuglioni misti è stata presa in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica.
A livello di territorio provinciale saranno impegnate soprattutto le polizie locali e le varie stazioni dei carabinieri e dove presenti gli agenti dei commissariati. L’ordine è di essere inflessibili soprattutto con chi cerca di fare i furbi. Ne sanno qualche cosa i cinque trentenni che venerdì sera sono stati sorpresi da Marco Agostini e da due suoi commissari, in Campo San Tomà, mentre tranquillamente stavano bevendo vino e altri alcolici attorno alla vera da pozzo. Non avevano le mascherine e tantomeno stavano rispettando la distanza sociale. Puntuali sono arrivate le cinque sanzioni da 400 euro ciascuna, 280 se pagate entro tre giorni. Ieri invece, ma questa volta a Jesolo, stessa sorte è capitata a un 50enne trentino sorpreso dalla polizia locale, mentre passeggiava sul lungomare, senza mascherina.
Ritornando a venerdì sera e al centro storico sono arrivate alla centrale della polizia locale decine di segnalazioni di cittadini che indicavano, dopo le 18, bar e locali vari ancora aperti. In realtà si trattava di esercizi che facevano attività da asporto. Servizio comunicato regolarmente con un cartello appeso all’esterno del locale. Sempre venerdì, ma durante tutta la giornata, sono stati fatti numerosi controlli nelle tabaccherie e nelle ricevitorie, che offrono il servizio di gioco alle cosiddette “macchinette mangiasoldi”. Infatti queste non possono funzionare anche se alle tabaccherie, come da decreto, è consentito di rimanere aperte. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA