MESTRE
Per capire se, come si crede, a nove mesi dal lockdown assisteremo effettivamente a un boom delle nascite è ancora troppo presto. Il dato che emerge dal periodo di “chiusura forzata” consiste, però, in un aumento, di qualche punto percentuale, dei parti cesarei registrati proprio tra marzo e maggio di quest’anno.
A riportare il fenomeno è Tiziano Maggino, primario del reparto di Ostetricia dell’ospedale Dell’Angelo. «Abbiamo registrato un aumento di qualche punto percentuale, che si spiega con l’aumento dell’ansia e del disagio collegato al periodo più intenso dell’epidemia. Qualche donna in più ha scelto il parto cesareo per avere tempi certi, per ridurre la permanenza in ospedale, dove nei mesi Covid non ha potuto soggiornare con la stessa tranquillità, magari assistita dai familiari».
Finito il lockdown, però, il dato si è normalizzato, raggiungendo il 20 per cento sul totale complessivo e il 16 per cento considerano i soli parti primari. Dati che dovrebbero contribuire a raggiungere, anche quest’anno, quota 2 mila nati nel solo ospedale mestrino.
Erano poco di più nel 2018, poco di meno nel 2019. E l’obiettivo, entro dicembre, è quello di superare la cifra registrata l’anno scorso, interrompendo il trend negativo delle nascite. Invertendo, quindi, la tendenza del calo demografico. Sarebbe questo, probabilmente, l'unico effetto positivo del lockdown.
Un effetto che è stato ampiamente pronosticato, ma che solo ora potrebbe essere confermato con l'evidenza matematica. «I numeri confermano il trend positivo degli ultimi anni. In controtendenza rispetto a quanto avviene nel Paese, dove il calo della natalità, anche significativo, è un dato costante» prosegue Meggiato, continuando ad analizzare quanto visto nel corso del periodo del lockdown: «In questi mesi non abbiamo registrato alcun segnale di aumento di patologie collegate al percorso di gravidanza. Allo stesso modo, non abbiamo avuto rilevato variazioni quanto alle complicazioni del parto, né sono aumentati gli interventi ostetrici. E non si registra alcun aumento dei parti con esito negativo».
Ora lo sguardo è tutto rivolto al 31 dicembre, per capire se, come tante volte si è ripetuto, il lockdown avrà un effetto sulle nascite, con un aumento dei bebè nelle culle. «Impossibile dirlo adesso. Solo a fine dicembre potremo "contare" in modo puntuale i bambini nati a novembre e dicembre, e quindi concepiti nel periodo del lockdown» precisa il primario di Ostetricia. «La nostra sensazione è che i numeri confermeranno il trend positivo degli scorsi anni, con tanti bambini nati nell'Ospedale di Mestre».
Un'anticipazione dei dati, infatti, potrebbe rivelarsi sbagliata, poiché non prenderebbe in considerazione le tante mamme che si presentano in ospedale giusto al momento del parto.
Un "rito" che, a sua volta, ha dovuto subire alcune limitazioni, in ragione del periodo che stiamo affrontando. «Abbiamo messo in atto le misure necessarie per limitare l'accesso delle persone la cui presenza in ospedale non era e non è necessaria» prosegue Meggiato. «Questi protocolli sono stati introdotti a protezione delle mamme e dei nascituri. E sono certo che, pur sentendo la difficoltà di queste limitazioni, i neogenitori hanno compreso che tutto è stato fatto per i loro bene».
A proposito di variazioni per il lockdown, una limitazione importante potrebbe essere subita dal Covid hospital di Dolo, con la chiusura del punto nascite e il suo trasferimento a Mirano. —
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