La banda partigiana dei Boccato uccise una famiglia di Ariano nel Polesine L’autore codigorese Trombini ripercorre le vicende giudiziarie legate al caso
Mirco Trombini è un 36enne codigorese laureato in Giurisprudenza ma, soprattutto, grande appassionato di storia, in particolare quella locale. Nel 2012 ha svolto il servizio civile nazionale volontario nella biblioteca comunale di Codigoro, dove ha potuto approfondire alcuni episodi storici a cui si stava appassionando. Nel frattempo, nel 2017 ha collaborato con la rivista nazionale Apitalia e nel 2018 con La Nuova Ferrara per articoli del settore cultura. E a proposito di fatti storici, la sua tesi di laurea era sull’eccidio di guerra avvenuto ad Ariano nel Polesine nel 1944, nel quale la famiglia uccisa (i Gaffarelli) aveva origine codigorese. Ora Trombini, per Apogeo Editore, ha dato alle stampe il volume Prima della Liberazione in Polesine. La banda Boccato e l’eccidio Gaffarelli. Il libro fa parte della collana “Le radici”, «dove hanno scritto grandi autori di storia locale - dice soddisfatto Trombini -; la prefazione del mio lavoro è stata scritta da Gianni Sparapan, il più grande conoscitore di questa vicenda e della Resistenza in genere nel Basso Polesine».
la vicenda
«Il libro parte dalla situazione durante la Resistenza in Veneto, per poi soffermarsi sul Polesine. Viene delineata la storia del gruppo partigiano di Eolo Boccato che, dopo molte azioni utili alla Liberazione, ha commesso anche fatti controversi. In particolare, dopo aver ripercorso la terribile uccisione del fratello di Eolo, che darà origine per l’appunto a questi fatti controversi, si passa al terribile eccidio della famiglia Gaffarelli di Ariano, il cui capofamiglia aveva origini codigoresi. Eccidio commesso proprio da Eolo, in seguito al rifiuto da parte della moglie del Gaffarelli di consegnare generi alimentari di supporto alla sua banda. Il tutto finisce con l’uccisione di Eolo e di molti suoi compagni da parte delle autorità fasciste dell’epoca».
Questa vicenda è stata “scoperta” da Trombini proprio mentre era impegnato per il servizio civile nella biblioteca di Codigoro. «Da una foto della vittima ho iniziato le prime ricerche, lessi il materiale scritto da Sparapan e ho approfondito le sue ricerche. La parte inedita del mio libro, dal punto di vista storiografico, è quella che raccorda fonti giornalistiche e atti processuali del dopoguerra, per quanto riguarda l’eccidio Gaffarelli e la rapina ai danni di un suo fratello. Ne nasce una cronaca appassionante (secondo il parere di Gianni Sparapan) ben delineata ed in grado di ridare anima a quelle pagine del passato ormai dimenticate».
Trombini ha seguito le vicende giudiziarie che ne seguirono, cogliendo le sfumature del dibattito, le note sarcastiche, la vis polemica, le indignazioni del pubblico, gli interventi appassionati dei difensori, gli atteggiamenti degli imputati, ridando vita e anima alle pagine stampate. Sfilano davanti ai suoi occhi personaggi e nomi consueti a chi conosce la storia resistenziale e antifascista polesana: spalleggiatori della Resistenza, spie, doppiogiochisti, uomini e donne del popolo, familiari delle vittime e dei carnefici, il tutto rivissuto come fatto presente. Fra l’altro, fra gli imputati del processo ci fu anche un uomo originario di Bondeno, difeso dal noto avvocato ferrarese Raffaello Collevati, anche presidente della Carife. Ma per saperne di più bisogna leggere il libro, «iniziato nel 2012 e concluso di fatto dopo quasi otto anni, compatibilmente con lavoro e vita. Ed è un peccato che in questo periodo mi sia impossibile fare delle presentazioni, spero si possa rimediare al più presto», conclude l’autore.
Il libro si trova sul sito della casa editrice ma anche all’edicola Albertini di Codigoro. —
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