ivrea
«Se non puoi andare in palestra è la palestra a venire da te». Lo ripetono, provando a sintetizzare l’ennesima capriola professionale che li ha visti cambiare di nuovo tutto da una settimana all’altra, i titolari delle palestre del Canavese per dire che non c’è lockdown che tenga. Anche qui, molti centri sportivi si sono organizzati con app e strumenti digitali per continuare a proporre corsi e lezioni a distanza. Costano all’incirca la metà rispetto agli abbonamenti in presenza e hanno come interfaccia l’insegnante di sempre, quindi un coach in grado di offrire un allenamento personalizzato. Pazienza se al posto dei pesi si usano le bottiglie di acqua o se il divano va spostato per fare spazio al tappetino degli esercizi. In ogni caso, «altro rispetto al video su Youtube uguale per tutti».
Il settore faticosamente va avanti nonostante già qualcuno il mese scorso dichiarasse di valutare la cessazione in caso di un secondo stop (poi arrivato). Anche a Ivrea. Perché gli operatori hanno speso migliaia di euro per prepararsi alla riapertura del 25 maggio, tra scanner per la temperatura, macchine per la sanificazione degli ambienti, barriere in plexiglass, piantane per la sanificazione delle mani e altre attrezzature indispensabili per poter essere a norma. Nelle settimane a seguire hanno registrato un crollo degli abbonamenti, con un miglioramento solo verso settembre. Ma il 26 ottobre è scattata la seconda chiusura in conseguenza di un ritorno dell’emergenza sanitaria, per altro al termine di una settimana concessa dal Governo per mettersi in regola. E ora non sono rose e fiori. Per niente. Ma ci si ingegna.
Ancora una volta sono le pagine social delle palestre a presentare questa nuova modalità di allenamento rispettoso del lockdown. Tra queste c’è “Energi è” di via Sant’Ulderico, a Ivrea, dove l’attività motoria a distanza era già stata sperimentata con successo la primavera scorsa. «Proponiamo un po’ tutte le nostre attività, dal pilates all’aerobica, la tonificazione, la danza jazz – spiega Daniela Follis, presidente dell’associazione Energi è – Noi preferiamo proporre lezioni non in diretta. Così chi partecipa non è vincolato agli orari. Funziona così: a richiesta effettuata mandiamo la lezione via mail; una volta scaricata sul proprio computer, la seduta può essere seguita quando si vuole. Gli insegnanti sono i nostri, se ci sono richieste sulla base di esigenze specifiche è possibile personalizzare le lezioni».
È Zoom invece l’applicazione in uso al centro sportivo L’Arco di viale Liguria, a Burolo. Simone Rusconi, il titolare, fa il punto: «Ad aprile ho visto persone più esasperate dal dover stare in casa, e per conseguenza più desiderose di fare attività fisica sia pure a distanza. Adesso alle sedute su Zoom abbiamo le prime adesioni, ma non sono ancora tantissime. Del resto non fa ancora freddo e il lockdown non è totale come il primo». Qui, lezioni in diretta e in remoto di pilates, fitness metabolico, thai boxe, spinning con bici che possono essere fornite dal centro. E per «chi avesse bisogno anche di piccoli attrezzi può chiederli in comodato d'uso gratuito direttamente a noi». Il progetto si chiama “Semi di allenamento 2.0” e prevede lezioni in video la mattina e la sera, dal lunedì al venerdì, secondo un programma continuamente aggiornato. Di base, «non possiamo stare in sala insieme ma ci possiamo allenare ugualmente per tenerci in salute, che rimane sempre un diritto fondamentale per l'essere umano».
A Samone, la palestra Athena cult punta sul pilates sempre in modalità online, mentre la Direzione del Benessere di via Jervis, a Ivrea, agli iscritti propone schede in modalità home scaricabili dall’app della palestra. Non è da meno il Centro sportivo marziale guidato da Roberto Sias, sede in corso Vercelli a Ivrea, specializzato nelle arti marziali cinesi e giapponesi, lo yoga e i percorsi benessere. «Giusto tra poco ho una lezione con i bambini, Kung Fu – dice Sias –. Noi stiamo mantenendo il 50% delle lezioni via web, devo dire che riusciamo a lavorare sulla continuità con i nostri iscritti nonostante il confinamento. Loro sono a casa e ci seguono da lì, io nella fattispecie a volte faccio lezione dalla palestra altre volte da casa mia. Usiamo Zoom, Skype, varie applicazioni a seconda della comodità di chi si allena». —