IVREA. L’isolamento, i sensi di colpa, la depressione, gli anni di abuso di alcool. Come un vortice che opprime, devono aver devastato la mente del romeno di 39 anni, che ha deciso di suicidarsi stringendosi il cappio di una cinta al collo, nel bagno della sua cella. Così lo hanno trovato gli agenti della polizia penitenziaria di Ivrea, poco dopo l’ispezione delle 18.30 di lunedì. Ora la procura eporediese ha disposto l’autopsia sul suo corpo, ma sui fatti sembrano esserci pochi dubbi.
Era entrato in carcere soltanto venerdì, accusato di maltrattamenti sulla sua compagna. Come tutti i nuovi ingressi in carcere deve sottostare a 15 giorni di quarantena, isolato dagli altri detenuti. In più l’uomo, residente ad Asti, aveva la febbre, ma era risultato negativo al primo tampone. Ha lasciato un messaggio delirante scritto in romeno, dove accusa la sorella e la ex compagna di non averlo aiutato a sufficienza, la prima rea di non averlo accolto quando la seconda lo ha cacciato di casa, chiede comunque di badare ai suoi tre nipoti e manda un bacio «sulla mano» a sua madre.
«Anche se non è morto di Covid - spiega la garante comunale dei detenuti Paola Perinetto - è morto a causa del Covid. Oggi sono entrati quattro ragazzi, avranno vent’anni, e devono scontare l’isolamento anche loro. Almeno siamo riusciti a farli mettere due per cella, così si tengono compagnia. Non possono stare tutto il giorno senza niente da fare». Anche per questo Perinetto si sta battendo perché i detenuti possano continuare ad andare a scuola. «Capisco - spiega -, che anche fuori è sospesa. Ma almeno all’esterno c’è la didattica a distanza. Si organizzino anche qui, allora, la implementino». Per quanto riguarda i colloqui si continua via Skype. «Purtroppo - spiega -, andare a trovare il compagno detenuto non è ritenuta una necessità, la moglie, i parenti, sarebbero passibili di sanzione. Io lo trovo discriminatorio».
A denunciare il fatto, anche Leo Beneduci, segretario del sindacato Osapp. «Il carcere di Ivrea - scrive in un comunicato - è senza un direttore titolare e senza un comandante titolare oltre ad essere in sofferenza per le gravissime carenze dell’organico». —