Pavia, in dieci giorni superati i decessi dell'intero mese di ottobre (che furono 35). Sono anziani che si aggravano in ospedale, pochi arrivi dalle Rsa
PAVIA. Nei primi 10 giorni di novembre in provincia di Pavia sono morte, a causa del Covid, 44 persone. Più di tutto il mese di ottobre, quando si sono registrati 35 decessi. Un numero che riporta alla mente il dramma di aprile, quando si sono verificati i picchi più elevati di mortalità sul territorio. Il primo di novembre i morti dall’inizio dell’epidemia erano 1.372, saliti a 1.416 il 10 novembre. Una curva che si impenna insieme a quella dei contagi: mercoledì in provincia ci sono stati altri 385 tamponi positivi (13.601 dall’inizio dell’emergenza sanitaria).
I residenti e la mortalità
La cifra riguarda i soli residenti in provincia di Pavia, mentre è più alto (supera le 1.600 vittime) il dato dei morti registrati nel complesso sul territorio, compresi quindi i decessi negli ospedali di persone residenti fuori provincia.
Secondo le stime della Regione, che ha fornito i dati, le vittime di ottobre sarebbero morte quasi tutte negli ospedali, a causa di complicanze del Covid. Il virus, in molti casi, avrebbe aggravato patologie già esistenti ma non tutte le persone che hanno perso la vita avevano gravi problemi di salute. L’età media è di circa 78 anni, più bassa rispetto all’età media dei decessi dei mesi di marzo e di aprile, quando si era attestata intorno agli 80 anni.
«In questa seconda ondata assistiamo comunque a una differenza rispetto al periodo di marzo e aprile, quando i decessi si erano registrati soprattutto nelle case di riposo, almeno per la metà delle morti complessive – spiega Giovanni Belloni, presidente Simersa, la società italiana dei medici delle Rsa –. Stavolta i decessi nelle strutture per anziani sono pochi e così anche i contagi, almeno per il momento. A marzo le strutture del territorio erano del tutto impreparate ad affrontare la situazione, adesso invece il controllo è molto rigido. Le visite sono vietate ovunque e il personale è sottoposto a tampone e costantemente monitorato. Le Rsa d’altra parte hanno già pagato un tributo altissimo: i test sierologici eseguiti a tappeto a ridosso dell’estate ci dicono che l’80% degli ospiti delle case di riposo della provincia è rimasto contagiato dal virus. Molti erano asintomatici, altri hanno sviluppato sintomi e tanti si sono anche aggravati o non ce l’hanno fatta».
Curva in risalita
Nonostante una migliore preparazione a fronteggiare la pandemia sono ancora tanti i casi di persone che arrivano negli ospedali della provincia in condizioni critiche o che si aggravano mentre sono ricoverate. In tutta la regione i decessi mercoledì sono stati 152, un numero che fa salire a 18.723 il dato dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Anche in provincia di Pavia la curva della mortalità non si è mai azzerata del tutto, anche se in estate, nei mesi tra giugno e agosto, era quasi piatta. A settembre il dato della mortalità ha ripreso a salire, con 12 decessi in tutto il mese, per impennarsi a ottobre, quando si sono toccati i 35 decessi (nel numero c’è anche il dramma delle suore pianzoline di Mortara), e soprattutto nella prima decade del mese di novembre.
La mortalità a Pavia città
Per quanto riguarda l’andamento della mortalità sul territorio è disponibile solo il dato relativo a Pavia città, dove dall’inizio dell’epidemia, a febbraio, si sono registrati 105 decessi su un totale di 1.951 contagi. Anche questo numero si riferisce alle persone residenti a Pavia e non a quelle che muoiono all’interno delle strutture sanitarie, come l’ospedale San Matteo. —