TRIESTE «Andare a passeggiare a Barcola? Onestamente non mi sembra un reato». Parola del sindaco Roberto Dipiazza, decisamente poco entusiasta all’idea di chiudere il lungomare ai triestini in chiave anti Covid. Meglio, a suo giudizio, percorrere altre strade. «Perché invece non sospendiamo il trasporto pubblico locale? Alle otto del mattino tutti a piedi. Lo dico come provocazione, sia chiaro. Mi sembra però che si continui a muoversi a tentoni, giusto per fare qualcosa».
Di strette in chiave anti assembramenti, insomma, il primo cittadino di Trieste preferirebbe non sentir parlare. «Mi viene da ridere - aggiunge -. Andiamo a chiudere alcune zone, sì ma a che ora? I locali finiscono già di lavorare alle 18. Chiuderò via Torino alle 18 e un minuto. Scherzi a parte, ciò che conta è essere seri nell’indossare la mascherina».
Quindi come si muoverà il Comune di Trieste? «Aspetto di vedere l’ordinanza della Regione - conclude Dipiazza -. Poi farò le opportune valutazioni».
Valutazioni che attende di conoscere anche il prefetto di Trieste, Valerio Valenti, che nel frattempo ha però già disposto un’ulteriore stretta sui controlli anti-Covid, in particolare per quanto riguarda assembramenti e corretto utilizzo delle mascherine. Stretta che s’inserisce nel contesto della circolare che il capo di Gabinetto del ministero dell'Interno, Bruno Frattasi, ha inviato a tutti i prefetti nella giornata di martedì. I prefetti sono stati invitati a convocare «in via d'urgenza una riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica (un organo consultivo di cui fanno parte prefetto, questore, comandanti provinciali di Carabinieri e Guardia di Finanza, sindaco o sindaci, ndr)», si legge nel testo del Viminale.
Il tema sono appunto gli assembramenti eccessivi e pericolosi, specie nei weekend. L’obiettivo dei nuovi vertici? Il tavolo va riunito «al duplice scopo di programmare controlli più serrati da un lato – prosegue il documento – e, dall’altro, concordare con i sindaci più idonee modalità di applicazione dell’articolo 1, comma 4, del Dpcm 3 novembre, concernente l'interdizione di strade o piazze potenzialmente interessate da siffatto fenomeno».
Per quanto riguarda Trieste, Valenti spiega di aver convocato il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica già lunedì, anticipando quindi di un giorno la direttiva ministeriale. Sul fronte controlli è stato chiesto uno sforzo congiunto a Questura, Polizia di Stato, Carabinieri e Polizia locale: «È chiaro che il mancato uso della mascherina, in quanto dato oggettivo, è più semplice da controllare rispetto a un assembramento – prosegue Valenti –. Si prevede ad ogni modo un’immediata intensificazione a partire da queste ore».
Quanto invece all’ipotesi di interdire l’accesso a determinate aree della città, «la decisione è di competenza del primo cittadino – conclude il prefetto –. Ci siamo messi a disposizione del Comune per supportare eventuali chiusure, segnalando le zone critiche, che sono quelle note, a partire da Barcola. In ogni caso credo che questo discorso sarà superato dagli eventi e in particolare dalla nuova ordinanza regionale». Un provvedimento restrittivo previsto appunto per oggi e che, con ogni probabilità disporrà chiusure simili a quelle auspicate dallo stesso Viminale, a partire dai litorali. —