FIRENZE. «Mi dicono dal dipartimento che le assunzioni erano ferme dal 2004, ed è stato come buttare una secchiata in un barile vuoto. Seppure consistente, non è bastato a riempirlo. E ora per di più si aggiunge anche il problema delle quarantene. Molti infermieri e medici sono isolati a casa perché positivi».
Nel suo fiorentino classicheggiante, Eugenio Giani dopo il bastone usa la carota. Dice che «vi è il desiderio di una scossa» e che ha «visto rispondere positivamente i dirigenti delle Asl». Insomma, dopo il cazziatone di due giorni fa, quando di fronte ai sindaci riuniti nel direttivo Anci, il governatore ha raccontato di aver strigliato i dg, stufo di sentirsi rispondere «manca il personale» nonostante un’infornata da 5000 assunzioni fatte da febbraio ad oggi, i vertici delle aziende sanitarie in Toscana si sarebbero subito attivati per dotare di personale ex ospedali e strutture da trasformare in reparti Covid. «Dove sono finiti i 5000 nuovi assunti?», s’era sfogato Giani, che ha chiesto ai dg un rapporto dettagliato. Ecco, non solo da ieri in molti provano a spiegargli che in gran parte si è trattato ingressi che hanno coperto il turn over o di stabilizzazioni, cioè di organico già presente.
Ma che i rinforzi veri sono stati pochi per un sistema da 55 mila dipendenti. Al netto del turn over, circa 3 mila, insomma un potenziamento del 5,4%. Dal quale vanno però sottratte almeno duemila stabilizzazioni. E il fatto è che adesso le aziende si trovano con 800-850 persone fra infermieri, medici e Oss positivi, spesso isolati a casa o anche ricoverati. Sono 226 nell’Asl Sud est, 180 nell'Asl Centro, 107 a Careggi, 113 nell’Asl Nord ovest, l’1,7% dei circa 6 mila impegnati a Pisa, in pratica un altro centinaio e altrettanti si stima alle Scotte.
Insomma, chi sta in corsia si sta infettando e la pandemia, in questa seconda ondata, ha messo ko un piccolo esercito. Per questo le aziende hanno imposto lo stop alle ferie almeno fino 31 gennaio e scovare infermieri e medici ora è cruciale. Ieri Giani ha firmato quella che chiama «l’ordinanza semplificazione» per consentire alle Asl di assumere in urgenza, derogando alle procedure burocratiche regionali. «Mancano almeno 300 medici nell’emergenza urgenza, non bastano le scelte coraggiose chieste ai medici, anche la politica deve forzare le norme», chiedono i sindacati dei medici ospedalieri.
Bisogna fare presto, soprattutto per far funzionare il maxi ospedale provvisorio che fra un mese dovrebbe aprire al Creaf di Prato e il Campo di Marte a Lucca e l’ex ospedale di Massa. L’imperativo è proprio trovare medici. Anche perché, di quella infornata erano appena 207, nemmeno la metà dei 5-600 che ogni anno vanno in pensione. Il fattore tempo sarà determinante, anche se Giani s’è convinto che la cura “arancio” farà bene alla Toscana. «Ho chiesto agli esperti a Roma e mi hanno detto che la Toscana è un arancione più tendente al giallo che al rosso, non credo che il prossimo aggiornamento del monitoraggio ci spingerà verso la chiusura totale». Per ora però i dati non incoraggiano. Ieri la Toscana ha registrato ancora 2.507 nuovi casi e 53 morti (età media 81 anni). «Ma seppur poco - dice Giani - da noi la curva si va stabilizzando».