Giovanni Medici
L’Aceto di Vino Bianco Forte e l’Aceto di Vino Rosso Forte con 8° di acidità. Poi il nuovo Aceto di Vino Bianco Biologico poi ancora un’innovativa e originale linea di bevande biologiche e ora la nascita del primo Aceto di pere non filtrato ottenuto da frutti al 100% italiani, risultato della collaborazione tra l’azienda di Solara Monari Federzoni e Consorzio Opera. Un matrimonio tra la tradizione acetiera modenese e l’eccellenza della pericoltura emiliano-romagnola, voluto per dare vita ad un prodotto che nasce dalla fermentazione controllata delle pere, in genere da quelle di più elevato contenuto zuccherino, ed è l’ideale per il condimento.
La prima impresa ad ottenere nel 1912 la licenza per produrre ed imbottigliare Aceto Balsamico oggi è un marchio conosciuto e apprezzato ovunque. Grazie alla formula unica di un prodotto esclusivo, conosciuto in tutto il mondo, che Monari Federzoni elabora grazie a tini di legno che contengono fino a 10 milioni di litri, utilizzati per il prodotto maturato, ma anche a piccole botti dalla capacita di 300.000 litri per il prodotto invecchiato. E a oltre 100 ettari di vigneti che forniscono i mosti per l’intero processo produttivo dell’Aceto Balsamico di Modena Igp, fatto di cinque linee di imbottigliamento diversificate per velocita e automazione per soddisfare ogni esigenza di consumo.
Dando vita ad una gamma di ben 300 referenze per una capacita produttiva giornaliera altissima e caratterizzata da una gestione completamente informatizzata del ciclo industriale.
«La situazione attuale è molto difficile per numerosi settori economici. Il mercato dell’Aceto Balsamico di Modena, sino ad oggi, è però riuscito a fronteggiare la crisi - spiega la presidente e Ad dell’impresa Sabrina Federzoni - senza subire pesanti ripercussioni. Questo, in particolare, per la nostra azienda che, lavorando principalmente con le catene di distribuzione sia in Italia che all’estero, non ha registrato flessioni significative, come invece avvenuto per realtà che operano in prevalenza con il settore della ristorazione».
Tenendo sempre ben presente il rispetto dell’ambiente. Già nel 2013 infatti Monari e Federzoni ha installato un impianto di cogenerazione alimentato a oli vegetali che produce 3,3 milioni di KWh di energia da fonti rinnovabili in grado di alimentare 1.000 unità abitative. Nel 2017 sono stati piantati 50 pioppi attorno allo stabilimento di Solara, mentre dal 2018 è stato ridotto del 60% il consumo di energia per l’illuminazione grazie all’installazione di lampade a Led. Entro il 2020 l’azienda modenese punta poi a realizzare l’81% degli imballi in cartone in materiale riciclato, e differenziare l’80% dei rifiuti.
«Da sempre lavoriamo per migliorare l'impronta ambientale dell’azienda con diverse azioni che lavorano sinergicamente su più fronti. Un impegno a 360 gradi - prosegue Sabrina Federzoni - che non può che nascere dal profondo legame con il territorio che caratterizza e distingue la nostra storia, il nostro presente e il nostro futuro. Sin dall’inizio della pandemia ci siamo poi impegnati a tutelare i nostri dipendenti con un articolato sistema di misure e iniziative che abbiamo mantenuto e rafforzato ulteriormente nel tempo. Questo con l’obiettivo di creare e mantenere le condizioni più idonee e un ambiente di lavoro sicuro e protetto, sostenendo le persone della comunità aziendale».
«Se dovessi riassumere lo spirito della Monari Federzoni penserei a solide radici e sguardo al futuro. Per noi il legame con Modena e con il territorio - conclude Federzoni - rappresenta il motore dell’attività, la forza che ci ha permesso di fare innovazione nel settore e portare l’eccellenza dell’Aceto Balsamico di Modena Igp in più di 60 Paesi nel mondo». —