Joseph aveva solo sei mesi. È morto in mezzo al mare, tra le braccia dei medici a bordo della Open Arms, in attesa dei soccorsi. Il bimbo, figlio di una ragazza della Guinea, era stato salvato dal naufragio di un gommone con 120 persone a bordo a 30 miglia dalla costa di Sabratha.
Le sue condizioni erano apparse subito molto gravi. I volontari della Ong hanno chiesto un intervento medico d’urgenza per portarlo in ospedale. I soccorsi non sono però riusciti ad arrivare in tempo.
https://twitter.com/openarms_it/status/1326631939198038017Il bambino è una delle sei vittime del naufragio di mercoledì, un naufragio annunciato secondo le associazioni visto che l’imbarcazione era in acqua da due giorni quando è arrivato l’SOS ad Alarm Phone martedì 10 novembre. «I nostri soccorritori sono in acqua tentando di recuperare circa 100 persone tra cui bambini e un neonato. L’imbarcazione ha ceduto, è quello che accade quando si abbandonano per giorni le persone in mare», si legge su Twitter.
Erano centinaia le persone fine in mare dove si sono buttati anche i volontari nel tentativo di salvare più vite possibile. Così scrive Open Arms: «Nonostante gli enormi sforzi dell’equipe medica un bimbo di sei mesi è venuto a mancare a causa del naufragio. Avevamo chiesto per lui e per altri casi gravi un’evacuazione urgente, da effettuare a breve, ma non ce l’ha fatta ad aspettare».
Dopo tutte le operazioni di salvataggio la Ong aveva 263 persone a bordo. Non è stata soccorsa una sola imbarcazione, ma sono stati fatti più interventi nella stessa giornata da quella che è rimasta l’ultima delle imbarcazioni di Organizzazioni non governative ancora nel Mediterraneo.
Sono 30.780 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno. Nello stesso periodo, lo scorso anno erano state meno di 10mila e nel 2018 più di 22mila. Dei migranti sbarcati in Italia nel 2020 il 40% sono tunisini secondo quanto dichiarato allo sbarco.