LUCCA. Adesso la misura è colma. Perché il tratto di strada che va da via San Nicolao a via del Giardino Botanico negli ultimi mesi - ma anche prima del lockdown - è teatro di un escalation di atti di teppismo e di vandalismo. Dalle fioriere rovesciate alle gomme delle biciclette bucate sino all’utilizzo del fuoco per appiccare le fiamme prima da un motofurgone Ape 50 e nella notte tra domenica e lunedì a tre motorini regolarmente parcheggiati negli stalli.
I FATTI
Poco dopo mezzanotte e mezza un abitante di via San Nicolao dalla sua camera da letto ha sentito un boato simile all’esplosione di un serbatoio di benzina. E subito dopo, altri residenti, hanno udito in lontananza un vociare di persone che si allontanavano in fretta dalla zona di via del Giardino Botanico. Pochi istanti dopo le sirene dei pompieri e una pattuglia dei carabinieri del nucleo operativo e radiomobile si trovavano sul posto. Cosa era successo? Tre motori di diversa cilindrata - una Honda CB 500 di proprietà di un trentasettenne pisano, un’Aprilia Scarabeo di un quarantaduenne abitante a Lucca e un Piaggio Liberty di un ventiquattrenne di Pelago in provincia di Firenze - erano completamente avvolti dalle fiamme mentre un quarto mezzo, una Yamaha Tmax parcheggiata una ventina di metri più indietro, era stata lambita dal fuoco e risultava in parte annerita. Un incendio di chiara origine dolosa con il rogo che ha bruciato anche parte della siepe che separa la strada da un’abitazione di una corte interna. L’area è stata posta sotto sequestro e i carabinieri invieranno a breve una relazione all’autorità giudiziaria. Tra l’altro in via del Giardino Botanico è sistemato in bella vista un cartello che recita: «la zona viene tenuta costantemente sotto controllo dai residenti stessi che esercitano un monitoraggio quotidiano. Si invitano gli abitanti del quartiere e i passanti a non gettare immondizia e avanzi di cibo. Le persone che abbandonano l’immondizia per strada in via del Giardino Botanico verranno denunciate alla polizia municipale e agli organi competenti». Tra l’altro in fondo a via San Nicolao, dopo l’edificio che ospitava l’istituto professionale Giorgi, c’è un’isola ecologica che dovrebbe essere fornita di telecamera. L’unica esistente nella zona. Sul grave episodio indagano i carabinieri che stanno cercando elementi utili per capire il liquido infiammabile usato per dare alle fiamme i motorini.
I PRECEDENTI
Un piromane singolo, una banda di teppisti perdigiorno o una vendetta personale? I carabinieri stanno seguendo un po’ tutte le piste, ma ci sono degli episodi significativi e non a caso avvenuti tutti a 4-500 metri di distanza. Prima - era giovedì 21 maggio, il giorno di riapertura dei locali dopo il «lockdown» - qualcuno tra le 22,30 e le 23 aveva appiccato il fuoco ad un motofurgone Ape 50 di proprietà del titolare del ristorante «La Norma» in via San Nicolao. Sul posto pompieri e carabinieri. Morale? Il mezzo, chiuso a chiave, completamente distrutto con il proprietario costretto a comprarne uno nuovo. E il 13 giugno scorso, tra le 23 e le 23,15 in via San Nicolao qualcuno aveva appiccato il fuoco alla tenda della finestra di una casa che in quel momento era disabitata. La stoffa era andata distrutta e le fiamme avevano annerito il muro dell’abitazione. Per non parlare di gomme di bici tagliate o bucate con punteruoli e anche un’auto parcheggiata negli stalli rinvenuta dal proprietario con i pneumatici a terra. Semplici coincidenze? L’indagine arriverà all’individuazione dei responsabili, ma nel frattempo la gente della zona dorme preoccupata. —
