Un mondo devastato da una pioggia assassina (The Rain). Pochi superstiti che resistono a un futuro distopico di homines homini lupi. Due fratelli - uno con super poteri - uniti da un mistero da sciogliere. Un attore da Oscar nel cast (Mikkel Boe Følsgaard, interprete di Royal Affair) Sulla carta The Rain, la prima serie Netflix Original di Danimarca, aveva tutte le carte per segnare un grande successo ed era coraggiosa nel giocarsi al primo colpo un titolo di fantascienza, ma è andata meno bene del previsto con tanto di cancellazione (a occhio) anticipata.

Difficile sostenere a lungo le spese di questo tipo di produzione se non si fa centro in modo preciso e da noi il problema è stato anche di doppiaggio non riuscitissimo in un momento, due anni fa, in cui ancora non avevamo fatto l’abitudine che abbiamo oggi alla visione di film e show tv nella loro lingua originale. The Rain era uno di quelli che partivano a rilento ma ingranavano di puntata in puntata. Così nella prima stagione. Poi nella seconda cadeva vittima della maledizione del “cosa possiamo inventarci di più?” che ha colpito anche La Casa di Carta e risulta abbastanza frequente sulla piattaforma. Ma The Rain 2 si poteva ancora salvare, se non per continuare negli anni, almeno per chiudere in bellezza. Invece, niente, The Rain 3 - che nel frattempo porta la serie in Top 10 Netflix (segno che aveva recuperato in appeal una volta vista in lingua originale) - persevera nell’errore fino a un finale affrettato e raffazzonato con colpi di scena talvolta al limite del ridicolo. Non è che manchino del tutto le idee, è che vengono buttate lì, senza fare nemmeno un tentativo di inserirle nel corpo della storia con una qualche coerenza narrativa.

Peccato, perché di rado si era mai visto un gruppo di sopravvissuti all’apocalisse così unito e umano in questo genere televisivo. Curioso, se si inserisce il destino di questa serie come case history dentro uno studio su tutti gli Originali Netflix del mondo. The Rain racconta molto nei suoi errori, eppure, e questo va ammesso, non è stato fallimentare quanto alcuni dei nostri primi avvii. In particolare quelli fantasy italiani del 2020 (Luna Nera, Curon), che possono ancora recuperare ma solo se vogliono e se partono con la modestia di chi sa riconoscere i propri errori e passi falsi.