Roma - «Ecco è caduta una signora sul marciapiede. Un'altra». Stefano Parisi è in piena campagna elettorale, candidato presidente della regione Lazio per la coalizione di centrodestra. Energie per l'Italia, il movimento da lui fondato, non parteciperà direttamente alle Politiche, ma è parte integrante della coalizione. Spera che dai partiti arrivi un messaggio di unità forte di tutto il centrodestra. Lo troviamo mentre si sposta da un impegno a un altro. Inevitabile la domanda sulla gestione dell'emergenza neve. «Ci sono state mancanze molto gravi».Perché?«Si sapeva da giorni che ci sarebbe stata la neve a Roma, ma nessuno ha sparso il sale. Sarebbe bastato anche farlo nei giorno della nevicata e oggi (ieri, ndr) non avremmo avuto marciapiedi coperti di ghiaccio. Non c'è cultura della prevenzione. A Frosinone il sindaco di centrodestra ha iniziato a spargere sale due giorni prima della nevicata».E il suo concorrente Zingaretti?«Si è comportato in modo ipocrita. Ha detto di avere interrotto la campagna elettorale per andare in sala operativa e promettere quattro milioni. Una mossa che più elettorale non si può, una presa in giro ai danni dei cittadini del Lazio. Anche perché è stato lui a tagliare risorse all'Atac. Lunedì molti autobus erano fermi perché sprovvisti di gomme termiche. Senza parlare di Raggi che era a Città del Messico. Poi la vergogna delle Ferrovie dello Stato. In Italia nevica ogni anno e regolarmente ci sono treni che si bloccano».Il centrodestra sta cercando di tenere la campagna elettorale sui programmi. Lei viene dal mondo delle imprese, pensa che questo metodo stia pagando?«Assolutamente. Il mondo delle imprese, penso in particolare alle piccole e medie aziende, i professionisti e gli ordini hanno riscoperto il centrodestra. Per un po' si sono rivolti al Movimento cinque stelle, ma oggi vedo un cambiamento. Abbiamo ricominciato a occuparci di loro e vedono in noi una coalizione di forza che vuole tagliare tasse e burocrazia. Sanno che la crescita non si fa dando 80 euro a chi già lavora, ma liberando risorse per investimenti e infrastrutture».Lei è d'accordo con la flat tax?«Vorrei fare notare che Energie per l'Italia è stata la prima forza politica a sostenerla quando fu proposta dall'Istituto Bruno Leoni. Siamo totalmente d'accordo».Energie per l'Italia non si presenterà come lista, se non alle regionali nel Lazio e in Lombardia. Vi scioglierete?«Il contrario. Siamo molto attivi e lo saremo ancora di più. Abbiamo i nostri candidati alle politiche nel maggioritario e continueremo nella costruzione di un movimento liberale e popolare».Quali sono i maggiori rischi per il centrodestra?«Il maggiore pericolo è l'astensione. Mostrandoci uniti li porteremo al voto. Il quattro marzo è una data fondamentale per il Paese e l'unica coalizione in grado di garantire un governo stabile è il centrodestra. O riusciremo a conquistare la maggioranza dei seggi oppure a perdere sarà l'Italia. Rischiamo il caos e in questo momento non ce lo possiamo permettere. Le persone si sentono sicure anche perché c'è un governo coeso, non solo perché c'è controllo del territorio e i leader del centrodestra hanno questa responsabilità. Sono convinto che negli ultimi giorni di campagna elettorale ci saranno messaggi di coesione. Capisco la competizione, ma dobbiamo dare segnali forti e univoci. Come stiamo facendo nel Lazio, dove il centrodestra è molto unito e supporta la mia candidatura. Facciamo tante manifestazioni unitarie, sono bellissime e non c'è nessuna tensione tra i dirigenti locali».