Alessandro Costacurta, sub-commissario della federcalcio con delega alle squadre nazionali, ha concesso la prima esclusiva della sua nuova carriera da dirigente a Sky, il suo datore di lavoro fino a qualche giorno fa. Inevitabile diranno in tanti, discutibile nella forma penseranno in pochi. È la sostanza delle sue dichiarazioni che conta. La più importante, naturalmente, sulla scelta del prossimo Ct anticipata da un incoraggiamento riservato a Di Biagio che farà da traghettatore. Ha detto Costacurta: «Sono tutti o quasi impegnati contrattualmente. Conte ad esempio si è già chiamato fuori. La nomina arriverà a giugno». Poi ha rivelato d'aver casualmente (!) incrociato a piazza del Popolo Roberto Mancini che è il candidato quasi scontato alla panchina azzurra. La durata del contratto prevista è «di due anni», fino al prossimo europeo «ma si potrebbe anche prevedere un impegno di 4 anni», procedimento tecnicamente inconsueto visto che impegnerebbe di fatto il futuro governo della federcalcio. «Non voglio più vedere una squadra Nazionale che gioca con paura chiusa nella sua metà-campo come è accaduto alla Nazionale di Ventura...» ha aggiunto. Riecheggiavano gli insegnamenti di Sacchi. E poi: «Non escludo che tutte le squadre nazionali abbiano lo stesso sistema di gioco come accade in Spagna». Ha promesso di lavorare sodo e di girare molto incontrando tecnici e dirigenti. «Le società sono convinte di adottare le seconde squadre?» il quesito retorico per far capire che questo è un altro dei cavalli di battaglia. Non ha nemmeno trascurato la questione stranieri. Plauso al Crotone di Zenga («che ha schierato 10 italiani a San Siro»), segnalazione per il talento di Federico Chiesa («avete visto che gol al Bologna?») e mezza rivelazione. «Gli esperti che ci seguono nel lavoro stanno studiando come intervenire per limitare il flusso di stranieri (gli extra-comunitari), sul modello tedesco» l'indicazione. Chiusura con una bella dose di auto-stima: «Sono sicuro di essere la persona giusta».