A poche ore dal disastro ferroviario di Seggiano di Pioltello, alle porte di Milano, arrivano le prime ricostruzioni sulle cause del deragliamento del treno che viaggiava tra Cremona e Porta Garibaldi. Secondo i primi rilievi, il convoglio viaggiava a 100 chilometri orari in una tratta in cui la velocità massima consentita è maggiore. Nonostante questo, la carrozza centrale di un treno formato da 5 vagoni è uscita dai binari, portandosi dietro le due seguenti. Una dinamica "strana" per un deragliamento, che in genere coinvolgono le carrozze di testa o di coda. Per questo in un primo momento si pensava che alla base ci fosse un malfunzionamento di uno scambio ferroviario, scattato dopo il passaggio dei primi due vagoni.Ipotesi subito scartata dai tecnici di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi), la società di Fs che gestisce le ferrovie. Dopo una verifica, gli esperti hanno rilevato che i sistemi di sicurezza della rete hanno funzionato: i sensori posizionati sugli scambi hanno fatto scattare tutti i sistemi di segnalamento, bloccando di fatto la circolazione nell'area. Si sarebbe trattato invece di "un cedimento strutturale": un binario sarebbe collassato, facendo uscire le carrozze dalla rotaia. E il treno avrebbe percorso ben due chilometri con i vagoni di traverso, fino a che non si è schiantato e accartocciato contro un palo della trazione elettrica. Sul luogo dell'incidente sono presenti il questore di Milano Marcello Cardona, che ha confermato la prima ricostruzione parlando di "cedimento" dello scambio ferroviario, e il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Luca De Marchis. La procura di Milano ha aperto un'inchiesta per disastro colposo ferroviario.