Smells like teen spirit cantavano negli anni ’90 i Nirvana. La storia narra che il titolo del brano più rappresentativo della generazione X sia stato ispirato da un’amica di Kurt Cobain che aveva scritto su un muro con una bomboletta «Kurt smells like teen spirit». Teen Spirit era il nome del deodorante utilizzato all’epoca dalla ex-ragazza del cantante che però, non pratico di profumazioni femminili, aveva letto in quelle parole un riferimento all’indole ribelle dell’adolescenza.
In Italia, invece, le ragazze dei Nineties ricordano per lo più le scie odorose di Anaïs Anaïs di Cacharel o Tommy Girl di Tommy Hilfiger, mentre per quelle dei primi 2000, Daisy di Marc Jacobs era il wannahave assoluto.
I PROFUMI DELLE BOOMERS
Del resto, è così: a ogni generazione il suo profumo rappresentativo, da sempre. E, proprio in occasione della Giornata del Profumo istituita dal 2017 dall’Accademia del Profumo e fissata il 21 marzo, primo giorno di primavera, abbiamo ripercorso le pietre miliari sotto forma di boccetta odorosa, considerando come le relazioni delle donne con le eau de parfum si sono evolute nel corso delle generazioni per arrivare alle fragranze del prossimo futuro.
Partendo della Boomers, nate nel dopoguerra e che hanno vissuto la giovinezza tra anni anni ’60/’70. Per loro l’acquisto di un profumo era un evento: «Non si può viaggiare a ritroso nel tempo senza citare Mitsouko di Guerlain, una storia di amore di guerra, tra oriente ed occidente che rappresenta bene la novità di quegli anni ricchi di avvenimenti e rivoluzioni culturali. L’emancipazione femminile fa da scenario ideale per fragranze al patchouli e alla mirra come Opium di Yves Sain Laurent, le note verdi ed aromatiche, che segnano il superamento del classico modo di interpretare olfattivamente la donna, vengono ben rappresentate da Aromatic Elixir di Clinique e Charlie by Revlon con le sue campagne fotografiche che riprendevano donne dinamiche ed indipendenti che portavano i pantaloni», spiega Rosa Vaia, tra i nasi più noti e apprezzati nel mondo della profumeria artistica, proprietaria del brand Coquillete Paris e produttrice di fragranze.
I PREFERITI DALLA GENERAZIONE X
«Gli anni ’80 sono, invece, gli anni dell’opulenza, dei make-up luminosi e degli abiti glitterati, delle spalline robotiche e delle pellicce voluminose, la scia di Giorgio Beverly Hills invadeva le strade, impossibile per chi è stata bambina allora sottrarsi a quel richiamo prepotente. Questi sono anche gli anni mitici dei profumi delle ragazze, si abbassa l’età delle utilizzatrici e prendono piede le fragranze dai prezzi più abbordabili, le essenze che regnavano nelle scuole, nelle aule universitarie e sugli autobus erano Anaïs Anaïs e LouLou di Cacharel, Arrogance e Baruffa. Le teenager italiane della Generazione X guardano Ambra Angiolini a Non è la Rai ed indossano Poivre di Atkinsons. Gli anni ’90 vedono le fragranze di Calvin Klein a farla da padrone, il primo profumo dichiarato unisex CK one, seguito da Eternity, Escape, Obsession e, poi, il primo vero gourmand, Angel di Mugler», racconta l’esperta.
MILLENNIALS E GEN Z TRA GRIFFE E SOSTENIBILITÁ
«Le millenials, adolescenti nei primi anni 2000, non hanno grandi rivoluzioni da fare e si rifugiano nelle classiche maison dei designer più affermati e riconoscibili. J’Adore di Dior, Eau des Merveilles di Hermès, Black Orchid di Tom Ford, Narciso Rodriguez for her, Infusion d’Iris di Prada. I primi marchi “alternativi” cominciano a farsi apprezzare presso un pubblico più globale, anche grazie alla comunicazione online. Serge Lutens, L’Artisan Parfumer, Montale, Frédéric Malle iniziano allora a essere apprezzati da un pubblico sempre più vasto».
Infine, la gen Z: «La parola chiave per loro è dolcezza, tenerezza, conforto. Thierry Wasser con La Petite Robe noir e Terracotta per Guerlain sceglie di accogliere senza sorprese. Novità assoluta sono i nomi dei nasi che hanno un loro pubblico al di là delle maison. Gli appassionati si rivolgono non solo ai classici nomi della profumeria d’autore ma seguono con molta attenzione i giovani creativi dell’arte profumiera. Nascono le collezioni personali di Francis Kurkdjian, Roja Dove, e delle produzioni più indie di Andy Tauer e Vero Kern», continua Rosa Vaia. Millennial e Gen Z si occupano di profumi “artistici”, ma anche di educazione alle fragranze, che include un occhio attento sostenibilità e l’acquisizione di una vera comprensione di dove e come vengono acquistati gli ingredienti.
E OGGI?
E arriviamo a oggi, in mondo in piena pandemia, un profumo può fare la differenza?: «Anche in pandemia le donne non hanno abbandonato le proprie fragranze preferite. Non va tralasciato il potere evocativo dei profumi, che in periodi di restrizioni solleva l’umore e lo spirito attraverso le associazioni mentali. Chi pensava di poterne fare a meno tra le mura domestiche si è dovuto ricredere. Questo spiega il successo degli online: un dato importante è l’impennata delle vendite dei discovery kit. Gli appassionati di fragranze hanno usato il tempo in più passato a casa testando ed esplorando con l’olfatto nuove creazioni».
Dopo aver compiuto un bellissimo viaggio olfattivo a 360° tra i profumi più cool e amati dalle ragazze di ogni età, nella gallery tutte le novità à parfum di primavera, tra note fiorite, gourmand, speziate, aromatiche e frizzanti, dal comune denominatore di un Dna luminoso come una giornata di sole.