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Il Match Ball Firenze e la finale scudetto: “A prescindere dal risultato noi festeggeremo”

Nella giornata di domenica 7 dicembre il campionato di Serie A1 vivrà il suo ultimo atto. Dopo settimane in giro per l’Italia i due circoli che si giocheranno lo scudetto saranno il CTD Massa Lombarda e il Match Ball Firenze Country Club. Il circolo toscano ha iniziato la stagione da neopromosso ma grazie alla solidità di un gruppo coeso, alla voglia dei giocatori che hanno lottato domenica dopo domenica, e alla fiducia di soci e sponsor del calibro di US Polo ASSN sono riusciti ad arrivare sino alla finale scudetto. La corsa verso il titolo vedrà l’ultimo atto al Circolo Stampa Sporting di Torino e nella giornata che precede la gara il nostro Roman Bongiorno ha intervistato Francesco Caforio, capitano Matchball Firenze, Chiara Casamonti, direttrice del circolo, e i due giocatori Gianmarco Ferrari e Lorenzo Sciahbasi.

ROMAN BONGIORNO (UBITENNIS) : La vostra è una formazione neopromossa. Quanto è importante scendere domani in campo già con la consapevolezza di essere fra le prime due formazioni d’Italia, vada come vada?
FRANCESCO CAFORIO:Sicuramente è un sogno, ma è anche realtà. Nel senso che noi ci siamo resi conto durante il campionato di essere una formazione molto forte, forse anche più forte e strutturata di quello che avevamo pensato prima di cominciare il campionato. Però ogni domenica abbiamo acquisito consapevolezza. Abbiamo preso, insomma, coscienza del nostro valore, sia nei singoli giocatori, ma proprio come squadra e come gruppo. Nei play-off contro Selva Alta ci siamo davvero resi conto di essere forti e competitivi, sulla terra, sul cemento, nei singoli, nei doppi. Abbiamo ribaltato una situazione che ci vedeva sotto 1-3 all’andata dopo i primi singolari, vincendo i due doppi e vincendo poi fuori casa da loro. Quindi, sicuramente, per noi è la realizzazione di un lavoro che parte da lontano, parte da 10-15 anni fa quando eravamo in Serie C.

BONGIORNO: Parlando anche con il capitano Montalbini di Massa Lombarda, abbiamo visto che il vostro circolo, come il loro, fa leva sul gruppo, sulla coesione dei giocatori con l’intero team. Quanto è importante poi scendere in campo consapevoli di essere un gruppo forte? Lo abbiamo visto in Coppa Davis, lo vediamo in questo tipo di competizioni. Quanto conta poi essere in campo sapendo di avere dietro una squadra unita?
CAFORIO: “È tutto. Quando uno fa una competizione a squadre in uno sport individuale, la difficoltà è quella di riuscire a far legare i vari componenti del team per un unico obiettivo. Loro sono professionisti e lavorano tutto l’anno da soli, quindi ognuno cerca di fare il meglio per la sua carriera, per la sua attività personale. Invece, farli sentire parte di un gruppo o parte di un progetto comune è una cosa poco abituale per la loro programmazione annuale. E quindi sta a noi capitani, dirigenti, tutte le persone che accompagnano la squadra, fargli capire l’importanza dei nostri obiettivi, farli star bene, farli sentire parte di un gruppo. E se ci riesci, per loro, a mio avviso è anche divertente. Vivono tutto l’anno da soli come giocatori individuali, venire un weekend, far parte di una squadra e rivedere i compagni, giocare per un obiettivo comune è una cosa molto stimolante e divertente. Poi se uno riesce in questo obiettivo ha un qualcosa in più, quel qualcosa in più che può far la differenza.

BONGIORNO: Gianmarco, per te cambia, almeno a livello di pressione, la sensazione di essere in campo giocando solo per te stesso? Magari perdi una partita, hai perso la tua partita, finisce lì. Se invece vai in campo per la squadra ed esci con una sconfitta, la vivi in modo diverso?
GIANMARCO FERRARI: “Sicuramente sono pressioni diverse, perché nei tornei che gioco durante l’anno, ovviamente, hai meno pressione perché comunque dipende solamente da me. E invece in competizione a squadre, comunque, c’è dietro tutta una squadra, c’è tutto il team, i capitani e noi ragazzi ci mettiamo tanto impegno per far sì di arrivare a un determinato obiettivo. Soprattutto per me, la competizione a squadre è un evento che aspetto con molta felicità, perché è l’unico momento dell’anno in cui lottiamo tutti insieme per un unico obiettivo. Essendo tutto l’anno sempre da soli è molto bello e stimolante questa cosa.

BONGIORNO: In molti, però, fanno fatica magari a giocare per la squadra. Lo vediamo anche in Coppa Davis, quanti giocatori cambino fra l’intera annata, dove giocano per se stessi, e quando scendono in campo per la nazionale, per un circolo, per una bandiera. Tu non la senti quella differenza poi nel tuo gioco?GIANMARCO FERRARI: “No, la sento. Però, secondo me, in alcune partite si riesce anche a dare quel qualcosa in più che magari quando sei da solo non riesci a dare. In determinate partite, soprattutto nei momenti di difficoltà, riesci a tirare fuori quell’energia, riesci a scavare ancora più dentro di te, trovi quel qualcosa che poi dopo ti fa scavalcare quell’ostacolo.

BONGIORNO: Come vivete la competizione arrivando qua tutti insieme? Sente anche lei questo sentimento di gruppo?
CHIARA CASAMONTI: “Assolutamente. Anche perché, come diceva prima Francesco, è un progetto che trova le sue origini tantissimi anni fa e per noi, come circolo, come famiglia Casamonti, è anche un qualcosa di personale perché era una ambizione di mio nonno, che è il fondatore e il presidente del circolo e che peraltro domani verrà anche lui a sostenerci, nonostante i suoi 86 anni. E quindi è un qualcosa di più, un qualcosa che rappresenta anche proprio la famiglia, i sacrifici che sono stati fatti per portare avanti il circolo e la scuola. Un sacrificio bello che però in termini di impegno richiede tante energie. È un qualcosa che facciamo veramente con grandissima passione e che speriamo possa rappresentare un qualcosa di crescita per il nostro circolo, uno stimolo per tutti i nostri ragazzi della scuola. “Vedere un bambino di 10 anni della scuola che ti dice ‘Io domani voglio essere il vivaio della Serie A’, non può che essere una cosa che ci riempie il cuore. E per questo mi sento di dire che siamo particolarmente orgogliosi della nostra squadra e dei nostri ragazzi perché riteniamo che tutti siano veramente un grande esempio. Hanno sempre atteggiamenti impeccabili, e questo è importante perché per noi che facciamo formazione e che viviamo di questo sport, avere un giocatore di riferimento per tutti i piccoli atleti che abbiamo all’interno del circolo è un qualcosa che, senza dubbio, ti rende orgoglioso e che ti fa capire che si sta lavorando nella direzione giusta.

BONGIORNO: La cosa più bella che ho visto finora è che comunque domani scendono in campo due famiglie, da una parte e dall’altra. Vivete il gruppo allo stesso modo e credo sia veramente una bella cosa per tutti coloro che vi guardano.
CAFORIO: Non è un caso, probabilmente, che siamo arrivati in fondo noi rispetto ad altre formazioni.

BONGIORNO: L’altra squadra si è detta leggermente sfavorita rispetto a voi. A questo punto, una vostra opinione su domani?
CAFORIO: No, non siamo favoriti. Secondo me siamo leggermente sfavoriti sulla carta, ma è normale che sia così. Loro hanno un giocatore che è Zeppieri, che è quello che, classifica alla mano, è più forte di tutti. Però abbiamo visto che poi alla fine si va sui sei incontri. Noi speriamo di dare battaglia in ogni gara in ogni singolo match e vediamo. Loro sono molto compatti, come lo siamo noi, sono molto forti nei doppi, come, secondo me, lo siamo noi. Sono forse un pochino più abituati a giocare su campi veloci. Noi giochiamo sulla terra all’aperto da noi a Firenze. Però anche loro singolarmente spesso fanno attività cemento, cemento indoor. Abbiamo fatto l’incontro di ritorno a Vigevano su campi molto veloci, abbiamo giocato tutti molto bene. Quindi ti farò sapere domani sera”

BONGIORNO: Parliamo comunque di due squadre che, sulla carta, partivano da underdog all’inizio della competizione. Arrivate qui dopo un percorso abbastanza netto, con belle vittorie. Quindi a prescindere da come vada, credo che per entrambi i circoli sia una vittoria già solo esser qui.
CASAMONTI: “Assolutamente. E infatti ci siamo promessi che a prescindere dal risultato, noi festeggeremo domani sera. È chiaro che, però, domani arriveremo comunque con il coltello tra i denti e cercando di dare il massimo.

BONGIORNO: Lorenzo chiedo anche a te quello che ho chiesto a Gianmarco. Come vivi la competizione a squadre rispetto al singolare? Senti la pressione in modo diverso? Una sconfitta la senti più che quando giochi soltanto per te e il tuo team?
LORENZO SCIAHBASI: Sicuramente giocare per una squadra è, secondo me, una cosa molto bella, e infatti a me piace veramente tanto. Personalmente mi dà un qualcosa in più per cui lottare. E, sinceramente, quando perdo mi dispiace tanto, perché dispiace un po’ non portare il punto alla squadra e dispiace anche quando magari questa sconfitta ti costa anche la partita in generale. E quindi giocare a squadre, secondo me, mi dà un qualcosa in più che magari in partite normali non darei.

BONGIORNO: Qual è l’ultima cosa che dice ai suoi giocatori prima che scendano in campo, quello che secondo lei è il concetto più importante da passar loro?
CAFORIO: Di star bene, di godersela e di far di tutto per, ovviamente, per portare il punto a casa, ma far di tutto proprio per godersi il momento. Sono emozioni un po’ diverse da quelle che vivono settimanalmente.”Se uno dà tutto quello che ha, poi alla fine non può avere rimpianti. Quindi la cosa che dico a loro, che stasera in riunione cercheremo di sottolineare, è quella di dare tutto, ma godersela anche.”

BONGIORNO: Nel corso degli anni qual’è stata la chiave per arrivare oggi alla finale?
CASAMONTI: Credo che quando siamo ripartiti con l’ambizione di ritornare nei campionati di vertice, siamo ripartiti con una squadra composta dallo staff, da alcuni soci appassionati che comunque giocavano a un discreto livello, dei discreti seconda categoria. E poi piano piano, ci sono state aggiunte dopo aggiunte si è riacceso un po’ questo fuoco, che ci ha portato a dire “Ok, vogliamo salire”.Però devo dire che, secondo me, una cosa fondamentale che ci ha portato a crescere è stato sempre il fatto di circondarsi e di creare sempre un contesto sano. Di avere sempre delle ambizioni sane, dove i principi, i valori dello sport sono sempre stati il motore principale di tutto. E secondo me, quando riesci a crescere in maniera così pura, poi il resto viene da sé. È una cosa che ti rende talmente felice di stare in quel momento con quelle persone”

BONGIORNO: Dal punto di vista puramente tennistico, domani si gioca indoor, si gioca su un cemento molto veloce, dicono essere anche più veloce del centrale dell’InAlpi. Vi sentite a vostro agio su una superficie del genere?
SCHIAHBASI; Penso che se crediamo nelle nostre potenzialità, siamo tutti giocatori che serviamo bene, aggressivi. Loro saranno più abituati in confronto a noi dato che giocano anche nel girone spesso sul cemento. Io credo che, secondo me, giocare su una superficie così sia un vantaggio sia per noi che per loro, perché penso che tutti i singolaristi che scendono in campo domani, chi più chi meno, preferisca una condizione così veloce a magari una terra molto lenta. E quindi, da una parte, sì, loro giocano probabilmente sono migliori di noi su questa superficie, ma credo che anche noi qui sopra siamo molto competitivi, anche io personalmente preferisco preferisco un campo così veloce. E quindi, ripeto, domani sarà veramente una partita molto aperta.

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