Tradizionale esercizio di fine stagione: ripercorrere i tornei disputati nel 2024 alla ricerca delle parte degne di essere ricordate. Per quanto mi riguarda mantengo sempre le stesse regole: seleziono match che ho seguito in prima persona, di solito integralmente (o quasi: soprattutto nei primi turni degli Slam non è sempre possibile), e quindi non ho alcuna pretesa di considerare le mie scelte come assolute o indiscutibili. Se misuriamo quante partite si disputano in una stagione e quante ne può seguire una persona, si ha idea di come sia limitato il bacino di riferimento.
Dopo avere fatto una prima scrematura mi sono ritrovato con una ventina di match, da ridurre ulteriormente. Il passo successivo, quello che conduce alla lista definitiva è forse il più complicato. Ho privilegiato le partite in sé, senza preoccuparmi troppo di ritrovare più volte gli stessi nomi. Questo ha causato “dolorose” rinunce. Mi spiace per esempio che alla fine non ci siano match di Jessica Pegula, numero 7 del ranking, anche se ho preso in considerazione diverse sue partite. Ne cito due, escluse in extremis: la finale US Open persa contro Sabalenka e la vittoria contro Leylah Fernandez a Cincinnati.
Ho preso anche in considerazione (e non troverete) l’upset di Noskova a Melbourne contro Swiatek, o una delle vittorie di Kalinskaya a Dubai, ottenute a suon di vincenti. Mancano anche partite di Andreeva e Shnaider, le due giovani russe in grande crescita. Così come potevano starci altri match di Zheng e Sabalenka oltre a quelli indicati: lo scontro diretto in finale a Wuhan, o il successo di Aryna a Roma contro Svitolina, arrivato a colpi di smorzate (soluzione tecnica non sempre associata a Sabalenka). Mi spiace infine non avere trovato spazio per la “saga” che è andata in scena in tre Slam su quattro fra Paolini e Andreescu. Tre partite molto interessanti giocate a Parigi, Londra e New York; scegliere però un solo match non mi convinceva e metterli tutti sarebbe stato troppo.
Ancora adesso non sono sicuro delle scelte fatte, ma alla fine è un gioco e, per come la vedo io, deve servire soprattutto come spunto di riflessione e discussione: sicuramente ogni lettore avrà una personale classifica, e non è affatto detto che sia peggio della mia. Ecco comunque la lista:
10. Anna Blinkova b. [3] Elena Rybakina 6-4 4-6 7-6(20) – 2T Australian Open
Due giocatrici nate entrambe a Mosca, a pochi mesi di distanza l’una dall’altra (Blinkova nel settembre 1998, Rybakina nel giugno 1999), eppure non siamo di fronte a un derby russo, visto che Elena gioca per il Kazakistan. Forse non una partita speciale nel suo insieme (con entrambe le protagoniste in saldo negativo tra vincenti ed errori non forzati) conclusa però da uno straordinario super tiebreak. “Super” di nome e di fatto: 31 minuti per 42 punti totali; record in una partita dello Slam, con 6 matchpoint per Rybakina e 9 per Blinkova.
Elena perde un match nel quale ha conquistato più punti (121 contro 115) e ottenuto un saldo vincenti/errori non forzati di gran lunga migliore: -2 (44/46) contro -20 (28/48). Blkinkova però a un certo punto si è letteralmente rifiutata di perdere, come dimostra lo scambio vinto sul 17 a 18 del supertiebreak.
9. [Q] Olga Danilovic b. Donna Vekic 0-6 7-5 7-6(8) – 3T Roland Garros
Per Donna Vekic la stagione 2024 è stata dolce-amara: ha conquistato il best rank in carriera (18), concluso l’anno in Top 20, vinto una medaglia d’argento alle Olimpiadi di Parigi e raggiunto una semifinale a Wimbledon. Ma ha anche subito alcune sconfitte al terzo set difficili da digerire per come sono arrivate, visto che in alcuni frangenti era arrivata vicinissima al successo. Questa contro Danilovic è proprio una di quelle. Derby serbo-croato: dopo avere dominato il primo set, Vekic subisce il ritorno di Olga nel secondo, e poi nel terzo per due volte va a servire per il match e per due volte non riesce a chiudere.
Danilovic però ha grandi meriti, visto che supera i disagi di una programmazione anomala. Infatti dopo avere giocato al giovedì un duro match contro Danielle Collins (vinto 6-4 al terzo) scende subito in campo al venerdì senza giorno di riposo. E sembra faticare a liberarsi delle scorie del turno precedente: 0-6. Poi però inizia a carburare e la partita si trasforma in una lotta punto a punto, sino al 10-8 del supertiebreak conclusivo.
Un match che merita di essere ricordato non solo per la grande battaglia in campo, ma anche per come il pubblico del Simonne Mathieu viene sempre più coinvolto: pochi spettatori piuttosto freddi a inizio partita, stadio pieno e caldissimo a fine match.
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