Dicembre è il “settimo giorno” dei tennisti. Nel mese di riposo dalle gare, gli atleti sono in attesa di conoscere se per loro ci possa essere o meno un attestato di stima, i classici premi di fine anno che consegnano ATP e WTA. In attesa di sapere se possa esserci un “award” per Matteo Berrettini nel circuito maschile, in quello femminile c’è sicuramente un grande pezzo di Italia grazie al favoloso 2024 di Sara Errani e Jasmine Paolini, che torneo dopo torneo, hanno avuto modo di cementificare il loro rapporto. La loro intesa non è passata inosservata perchè la WTA le ha premiate come “Double Team of Year”, la miglior coppia dell’anno. Riconoscimento assolutamente meritato anche per Aryna Sabalenka, con la bielorussa che vince il premio miglior giocatrice dell’anno.
Non ce ne voglia Aryna, ma è doveroso partire dalle atlete di casa nostra. Un’annata da incorniciare per un tandem che ormai sembra inscindibile, un’alchimia sportiva e non che ha portato Errani e Paolini a conquistare Austria e Cina, con i rispettivi 500 e 1000 di Linz e Pechino. Capitolo a parte merita il Sara e Jasmine profetesse in Patria, con il sigillo tricolore a Roma per il primo Master della stagione. Il capolavoro Slam soltanto accarezzato, con il Roland Garros sfumato in finale e con la romantica promessa che possa essere solo un appuntamento ritardato. Parigi toglie e Parigi dà, perchè nonostante non sia un appuntamento iscritto al circuito, la WTA sul proprio sito non si è esentata dall’incensare l’impresa fatta dalle azzurre quando si sono messe al collo l’oro olimpico.
Resta stregata Parigi, invece, per Sabalenka ma poco importa perché la fresca vincitrice del premio miglior giocatrice dell’anno ha avuto modo di consolarsi a dovere. La nativa di Minsk si è consacrata definitivamente in questo 2024, in un climax di risultati che l’hanno portata ad imporsi in due dei quattro Slam a disposizione. L’annata era iniziata sotto i migliori auspici, con la bielorussa autrice di uno strepitoso Australian Open dove si era confermata campionessa. Era una ferita aperta la sconfitta a Flushing Meadow del 2023 contro Coco Gauff, ma come per sua stessa ammissione, una grande campionessa impara dai propri sbagli e si rifà su un’altra americana: 2-0 a Jessica Pegula e lo US Open in bacheca. 4 tornei vinti, sette finali disputate e un sorpasso a Iga Swiatek alla testa del ranking mondiale. What else?
Senza peccare troppo di campanilismo, in questa categoria sarebbe potuta entrare nuovamente Jasmine Paolini ma la WTA ha scelto di premiare, non senza merito, l’americana Emma Navarro come “Most Improved Player of the Year”, la giocatrice che nell’arco di dodici mesi ha fatto più progressi. La promettente tennista classe 2001 ha deciso finalmente di fare sul serio, e le migliorie al suo gioco sono state evidenti sia nel primo trofeo della carriera nel 250 di Hobart, ma altrettanto nei confronti con colleghe altisonanti come Sabalenka e Gauff. Un upgrade che sorpreso la bielorussa ad Indian Wells e la connazionale all’US Open, dove Coco era la detentrice del titolo. Le sei semifinali raggiunte quest’anno le sono valse l’ingresso in Top 10, precisamente numero 8, per la prima volta e il premio WTA in questione.
Restando in tema 2001, c’è un’altra coetanea di Navarro che si è aggiudicata un premio WTA, Lulu Sun. La neozelandese è stata eletta “Newcomer of the Year”, la rivelazione della stagione in sintesi. La ventitreenne è stata protagonista di un’annata che le è valso un balzo in classifica sorprendente: fuori dalla top 200 al numero 40. L’acuto che ha fatto la storia del suo Paese è stato il quarto di finale raggiunto a Wimbledon, impresa mai riuscita a nessuna connazionale nell’Era Open.
Chi è ritornata in auge come l’araba fenice è Paula Badosa. La spagnola è stata più forte dei vari infortuni che l’hanno spinta a rimuginare su un papabile ritiro e, in questo 2024, ha dimostrato di poter giocare ancora ad alti livelli. L’iberica ha onorato al meglio i suoi natali newyorkesi, regalandosi le maggiori soddisfazioni negli Stati Uniti dove ha eguagliato il suo massimo risultato in uno Slam con i quarti di finale a Flushing Meadow, raggiunto le semifinali a Cincinnati e centrato il quarto titolo in carriera andandosi a prendere il 500 di Washington. Per Paula l’America è stata la terra delle opportunità, quella di tornare grande e il premio “Comeback Player of the Year” è la prova che la strada è quella giusta.