Dietro un grande braccio c’è sempre una grande mente. In termini più diretti, dietro un grande tennista c’è spesso un grande allenatore. Nel caso di Jannik Sinner questo ruolo è ricoperto da Simone Vagnozzi, che è al suo fianco dal febbraio 2022, quasi tre anni. Il marchigiano, dopo l’impresa con Cecchinato al Roland Garros 2018, ha trasformato l’azzurro nel più grande giocatore italiano di tutti i tempi. Nonché nel protagonista di una stagione davvero irripetibile.
Vissuta sempre insieme tranne per le finali di Coppa Davis, come racconta Vagnozzi a Peppe Gallozzi per il Corriere Adriatico: “L’anno è stato lungo e intenso, la Davis è una competizione diversa e secondo noi era giusto che Jannik la vivesse con i compagni di nazionale e il capitano Volandri. Ovviamente gli ho però mandato un messaggio qualche secondo dopo la vittoria scrivendo ‘missione compiuta’”. L’ennesima missione compiuta di un 2024 fenomenale, dove Sinner ha perso solo 6 volte, e solo in una contro un giocatore fuori dai primi 10, nella discussa partita di Montecarlo contro l’allora n.12 Tsitsipas.
Ma, nonostante la svista arbitrale che compromise l’esito del match, non è quello l’incontro che il coach marchigiano vorrebbe rigiocare. Bensì una sconfitta per certi versi più dolorosa, visto anche il palcoscenico: “Vorrei rigiocare la partita con Medvedev a Wimbledon, uno Slam dove vogliamo arrivare in fondo. Per quanto riguarda le sfide con Alcaraz non cambierebbe nulla se fosse in finale o al primo turno, uscirebbe una partita fantastica anche nel cortile di casa“.
Diretto come sempre, ma senza lasciare troppo ai microfoni, Vagnozzi è ben consapevole dell’ombra che aleggia su Sinner a causa della scabrosa vicenda Clostebol, non ancora chiusa. Ma, con fare protettivo più da amico che da semplice allenatore, Simone ha le idee ben chiare: “Tutti sanno che Jannik non ha fatto niente di male. Non si può squalificare un giocatore per una contaminazione acclarata dove non poteva evitare di essere contagiato“.
Lapidario, deciso, ma anche conscio dell’importanza della questione. Che non gli impedisce di chiudere il discorso con un simpatico siparietto sui gusti culinari di Sinner: “Quando è passato dalle Marche Jannik si è innamorato di arrosticini e olive all’ascolana. Durante le feste credo che apprezzerà altro. Il padre Hanspeter è un cuoco professionista, un mostro dei fornelli. A proposito di fenomeni“.