Sul cocuzzolo di una delle colline che incoronano Susegana, a portata di sguardo anche il castello di San Salvatore, un’oasi di cultura e ricerca che non ti aspetti, tra i vigneti e le belle ville nascoste tra gli alberi. È la Tenuta Col Sandago, abitazione, studio e azienda vitivinicola di Martino Zanetti: figura di imprenditore – presidente del colosso del caffè Gruppo Hausbrandt – artista e mecenate che richiama subito alla mente il Rinascimento che tanto gli è caro, e al quale dedica propri studi e conferenze di accademici provenienti da atenei di tutto il mondo.
Il programma di incontri “Haus Cups”, tazze di cultura Hausbrandt, di quest’anno, dedicato al filone “Altri Rinascimenti”, si è aperto nella Tenuta il 19 aprile con la conferenza di Antonio Bondi dell’Università di Catania, sulla libertà di informazione. E proseguirà il 12 maggio con Alberto Ottolenghi (London School of Economics) su “Le ultima volontà di Leonardo”, il 26 maggio Nasser Rabbat (Massachusetts Institute of Technology) tratteggerà la figura di Al–Maqrizi, per concludersi il 9 giugno con la doppia conferenza di Giuseppe Veltri (Università di Amburgo) e Michele Andreatta (University of Rochester) sulla Venezia ebraica del Seicento, con inizio sempre alle 16.30 nella sala Emanuele Da Dalto della tenuta.
Per onorare la sua vocazione per l’arte e la ricerca, Martino Zanetti ha creato la Fondazione Hausbrandt della quale è presidente, affidandone la direzione scientifica alla dottoressa Flavia Buzzetta, ricercatrice associata presso il Laboratoire d’études sur les monothéismes e il Centre Jean Pépin di Parigi. «Desidero costruire per poter lasciare un domani conoscenza e sapere» spiega Zanetti che, come i grandi rinascimentali ai quali si ispira, oltre a dirigere le sue imprese, dipinge – è un apprezzato esponente del neoespressionismo astratto – e suona il pianoforte. Amante della musica, possiede svariati strumenti disseminati nei salotti della sua abitazione, oltre a collezionare libri antichi, tra i quali pregiate e rarissime edizioni dei capolavori di Marsilio Ficino, Andrea Palladio e Shakespeare, tra gli altri, a comporre una biblioteca di preziosità assolute tra i 75mila volumi complessivi di sua proprietà.
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«Mi interessa un approccio di studio globale al Rinascimento» spiega, ovvero teatro e architettura musicali, Rinascimento segreto, contaminazioni culturali, anime triestine e arte militare. Non a caso il percorso progettuale della Fondazione affonda nello studio della geniale architettura palladiana di Villa Maser, ingioiellata dagli affreschi di Paolo Veronese. Lì Zanetti ha individuato importanti dettagli che Daniele Barbaro avrebbe occultato per secoli. «A Villa Maser» spiegano alla Fondazione «sono armonizzati teatro, arte, musica e misticismo dei numeri, versi di Shakespeare e ritmi di Monteverdi».
Quindi la spinta a comprendere in un’operazione di scavo che, da diverse angolature, tende sempre a riproporre il senso dell’unità delle Arti. Attraverso i suoi cicli di conferenze, la Fondazione riserva particolare attenzione al rapporto tra architettura, musica e teatro, letteratura, arte e problematiche estetico filosofiche, ricercando nell’intreccio tra saperi, le verità nascoste della conoscenza. La Fondazione si dedicherà allo studio di Raimondo Lullo, filosofo, teologo, logico, astrologo.
