Gukesh Dommaraju, a 18 anni, è il 18° e più giovane Campione del Mondo unificato della storia. Ha scalzato Garry Kasparov, che nel 1985 (dopo un anno e mezzo, due match, perché il primo non fu terminato, e 72 partite, riuscì a togliere Anatoly Karpov dal trono) aveva superato non da molto le 22 primavere. La leggenda russa ha molto ben accolto il fatto di essere spodestato nella storia dall’indiano, spendendo una sequenza di sei messaggi su X (ex Twitter) per tracciare le sue lodi e riflessioni ulteriori sul confronto iridato.
La sua vittoria, la seconda di un indiano dopo Viswanathan “Vishy” Anand da quando il titolo mondiale è stato riunificato, ha tantissimi significati. Soprattutto per l’India, che corona così l’emergere di una nidiata numerosissima di giovani campioni. Non solo Gukesh, infatti, ma anche Arjun Erigaisi, destinato a breve sia al numero 3 del mondo che allo sfondare quota 2800 ELO (nel rating live l’ha già fatto, ma conta quello FIDE), Praggnanandhaa, Nihal Sarin, Sadhwani, Mendonca. In pratica, tutta la generazione successiva a Pentala Harikrishna e Vidit Gujrathi, cioè i più diretti “discendenti” di Anand, che ancora oggi a 55 anni è numero 10 del mondo e va obbligatoriamente inserito tra i più grandi della storia anche per questa straordinaria longevità.
Inoltre, è anche un segnale di tempi che cambiano per gli scacchi in generale. Sta arrivando una generazione di talenti davvero di grande interesse, pronta a sfidare l’attuale top 3, il trio Carlsen-Caruana-Nakamura che ha ripreso in mano i galloni più alti e ora cerca di difenderli dall’assalto di questi nuovi uomini della volta scacchistica. Erigaisi, Gukesh, ma anche l’uzbeko Nodirbek Abdusattorov, Alireza Firouzja che, tra l’Iran e la Francia, da tempo ha tutti gli occhi addosso, e ovviamente Praggnanandhaa. Ma anche il tedesco Vincent Keymer, mentre è salito di livello il “bad boy” della scena scacchistica mondiale, l’americano Hans Niemann, che sta riuscendo in qualche modo ad affrancarsi da una parte dell’immagine negativa proiettata dalle accuse che Carlsen per primo gli lanciò (è finita con un accordo tra tutte le parti coinvolte).
Il tutto chiaramente senza buttar via, anzi, la generazione di mezzo, quella di cui il maggiore attuale esponente è Wei Yi, il numero 1 di Cina e 9 del mondo. E senza scordare che circolano ancora con brillantezza i vari Nepomniachtchi, Aronian, So e in generale numerosissimi forti giocatori che potranno solo rendere ricchissimi i prossimi anni.
In generale, è abbastanza palese notare come il centro dell’attività scacchistica si sia decisamente spostato verso il secondo Paese più popoloso al mondo, che ha ben saputo investire su una grandissima quantità di talenti, non solo al maschile, ma anche tra le donne, dove dopo Humpy Koneru e Harika Dronavalli c’è stata una scalata di diverse giocatrici, tra cui Divya (19 anni) e Vaishali (23, sorella di Praggnanandhaa). Certo, in questo caso la fisionomia della situazione è nettamente diversa e al comando le cinesi, Hou Yifan in testa, sono ancora predominanti (anzi, sono le prime quattro).
Si è acceso, in uno dei tanti sottotesti della conclusione del match, un dibattito circa la questione di Gukesh come più giovane in assoluto ad aver raggiunto il titolo di Campione del Mondo. Se prendiamo il titolo iridato unificato, la risposta è sì, è il più giovane di sempre. Dovendo però allargare il discorso al periodo 1993-2006, con le due corone separate, allora il discorso cambia. Nel 2002, infatti, quando il titolo mondiale FIDE veniva assegnato tramite un tabellone tennistico a eliminazione diretta con 128 giocatori (diventato poi la base per l’odierna World Cup), ci fu una finale con minimatch tutto ucraino tra Ruslan Ponomariov e Vasyl Ivanchuk. Ponomariov, al tempo, era di un centinaio di giorni più giovane rispetto a Gukesh oggi, e sconfisse uno dei più forti giocatori a non essere mai stato numero 1 al mondo (ebbe, più che altro, la sfortuna di arrivare al top nell’era Kasparov). Il fatto è che la FIDE, sostanzialmente, è come se avesse in certa misura ripudiato il periodo 1993-2006, “accettando” di fatto la continuità tra Kasparov e Kramnik nei periodi intesi.
E ora, quale futuro? Contando che Gukesh qualcuno dovrà affrontare nel 2026 per difendere il proprio titolo, è necessario osservare le novità per il Torneo dei Candidati che verrà in quell’anno. La principale di esse è che il perdente del 2024 non ha più il posto certo: in altre parole, Ding Liren la qualificazione deve conquistarsela. Gli otto posti sono così suddivisi: vincitore del FIDE Circuit 2024 (è ancora lotta Caruana-Erigaisi, ma sarà molto probabilmente Caruana), la top 3 della World Cup 2025, i primi due del FIDE Grand Swiss 2025, il vincitore del FIDE Circuit 2025 e il giocatore con il più alto rating ELO medio dall’agosto 2025 al gennaio 2026. Per compensare l’eliminazione dello spot automatico dello sconfitto nel match, Ding ha già ottenuto 40.60 punti, diventando automaticamente leader. Resta da capire, però, quale sarà il suo futuro, perché ha annunciato di voler seguire un po’ la “linea Carlsen”, giocando meno a cadenza classica e più rapid o blitz.
Non lo vedremo, però, ai Mondiali rapid e blitz di New York, che saranno invece terreno di caccia di (quasi) tutti gli altri big, da Carlsen a Caruana fino a Nakamura. E anche fino a Gukesh, che negli States ci andrà. Vedremo anche Lorenzo Lodici e Luca Moroni, entrambi con le loro rispettive chance di far bene.