Nei prossimi giorni, Krista Pärmäkoski festeggerà il proprio 34° compleanno. Sarà una giornata molto particolare per la fondista finlandese, un’ottima atleta che ha avuto la sfortuna di incrociarsi con fuoriclasse assolute (da Marit Bjørgen a Therese Johaug, passando per Justyna Kowalczyk).
Non si può dire sia stata una comprimaria, perché cinque medaglie individuali tra Giochi Olimpici e Mondiali sono un bottino di assoluto rispetto. Cionondimeno, si parla di due argenti e tre bronzi. Un profilo vidimato anche dal suo bilancio complessivo in tema di podi tout-court. Ne ha assommati 42 in gare di primo livello, ma solo 6 di essi sono vittorie, a fronte di 19 secondi e 17 terzi posti.
Succede, quando ci si deve confrontare con dei fenomeni. Fosse nata in un altro periodo storico, privo di mostri sacri, la nordica avrebbe sicuramente avuto un profilo differente, togliendosi un numero di soddisfazioni ancora maggiore e più prestigioso. La sfortuna di essere “umani” a confronto con delle autentiche “semidivinità”.
Ebbene, umana è Krista, la quale ha deciso di liberarsi di una serie di demoni interiori in un libro appena pubblicato nella nativa Finlandia. Lo scorso anno, da parte sua era arrivata tutta una serie di segnali di disagio. Malmostosa nelle dichiarazioni con la stampa, elusiva nelle risposte, scostante con il pubblico, cupa nella sua dialettica e priva di prospettive.
Pärmäkoski ha spiegato di aver attraversato un periodo tremendo a causa di un doppio terremoto personale. L’improvvisa morte della sua cagna Carla e la contemporanea crisi matrimoniale hanno portato la quattro volte medagliata olimpica sull’orlo del baratro. Come se non bastasse “il fronte interno” nella vita di ogni giorno, il clima nella squadra era tutto fuorché idilliaco. Una sorta di tenaglia morale.
Di conseguenza, la finlandese ha svelato come abbia cominciato ad avere crisi di panico, arrivando ad avere due incidenti stradali a causa delle lacrime che offuscavano la sua visione mentre era alla guida. Un crollo che l’ha spinta anche verso farmaci e alcool, dopo peraltro essere divenuta astemia dopo oltre un decennio. Prossima al collasso in quello che lei stessa ha definito “un inferno”, la nordica ha però trovato la forza interiore di aggrapparsi al proverbiale ramo sporgente sul ciglio della rupe, evitando di precipitare.
Come? Esorcizzando i suoi demoni, accettandoli e mettendoli alla luce del Sole, senza segreti verso chicchessia. Krista – nata Lähteenmäki prima di convolare a nozze – ha riposto le sostanze dannose per il suo organismo ed è ripartita da capo verso la stagione 2024-25 con una consapevolezza diversa e – chissà – anche la prospettiva di incrementare il proprio palmares. C’è anche un nuovo compagno di vita al suo fianco, il cane Edvin, simbolo della nuova fase nella sua esistenza.
Negli annali non vi sarà traccia di questa crepa, di questa sorta di rift valley all’interno della sua carriera. Freddi numeri e risultati non raccontano però la storia alle spalle di ogni atleta, che prima di essere tale è una persona. Bisognerebbe sempre ricordarsene, quando ci si lancia in giudizi e “pagelle” legati al rendimento. L’agonismo non è tutto nella vita che, nel caso di Pärmäkoski, può ricominciare a 34 anni. Quelli che festeggerà giovedì.