«Ho sparato perchè si fermassero, volevo che prendessero paura, ma non è servito».
Luca Cassone, risiede nel palazzo dove domenica pomeriggio le due bande di giovani stranieri si sono affrontate. Ha chiamato le forze dell’ordine, mentre dall’appartamento osservava quanto stava accadendo di sotto. Come lui, altri residenti, allarmati dalle urla e dalle grida dei ragazzi. Ed è stato proprio lui, a sparare i colpi a salve, in aria, con la scacciacani, per farli smettere.
«Sono arrivati con le mazze, se le davano con le fibbie delle cinghie dei pantaloni» racconta «ma non smettevano. In casa ho una scacciacani, di libera vendita, gli spari fanno lo stesso rumore di un petardo. Di solito la usiamo per Capodanno». Prosegue: «Mentre si picchiavano ho chiamato le forze dell’ordine, poi ho preso la scacciacani e ho sparato alcuni colpi in casa, per vedere se prendevano paura. Ma non ha avuto un grande effetto, perchè sembrava che non gli interessasse». E i vicini lo hanno applaudito, nonostante la polizia lo abbia redarguito.
Racconta ancora: «Il regolamento di conti non è iniziato domenica pomeriggio, ma già da sabato c’erano state tensioni tra gruppi di ragazzi, quello di domenica è stato solo l’epilogo. Ma poteva farsi seriamente male qualcuno, se non si fossero fermati e se non fossero arrivate le forze di polizia».
Continua: «Erano giovani, il più grande avrà avuto 25 anni se è tanto. Qualcosa deve essere successo, sicuramente una motivazione di poco conto, a un certo punto hanno chiamato i rinforzi dal parco in fondo alla strada, quello dove giocano. A terra ci sono ancora i pezzi delle fibbie delle cinture con le quali se le davano. Usavano le cinghie e le mazze da cricket». Prosegue: «In questo caso parliamo di bande di ragazzini che parlano bene l'italiano, ma nelle scorse settimane, quando era in corso la faida tra gruppi, qui si vedevano le ronde di stranieri passare lungo le strade. Ma il punto è che nessuno può fare nulla, perchè sappiamo che una volta che li hanno presi, poi ritornano immediatamente liberi».
Le continue risse che vedono coinvolti i bengalesi e gruppi di altre nazionalità, per motivazioni diverse, hanno messo in allarme anche le comunità degli stessi stranieri.
