PAVIA. Due diverse comunicazioni, alla società Canottieri Ticino e alla cooperativa, per chiedere chiarimenti sul caso della chat sessista in un’assemblea. La richiesta porta la firma di 218 soci, tra effettivi e familiari aggregati, che minacciano di lasciare il club e andare altrove se queste risposte non arriveranno. Le lettere, inviate via Pec, sono state spedite ieri mattina, proprio mentre il Direttivo della società comunicava ai propri soci - che sono circa 1.600 - di avere appreso, il 5 febbraio, della decisione del collegio dei probiviri di rassegnare le dimissioni. Un motivo in più, secondo una parte dei soci, per convocare l’assemblea. La richiesta è stata inoltrata attraverso due mail: una inviata alla società Canottieri dai 118 soci effettivi e l’altra, alla cooperativa, dallo stesso numero dei soci più gli aggregati (che possono iscriversi appunto solo alla cooperativa). I soci chiedono, ancora una volta, di sapere quali provvedimenti ha adottato il Consiglio nei confronti delle persone coinvolte, cioè i soci (alcuni sono consiglieri) che hanno partecipato alla chat sessista, ora al centro di una indagine penale.
La chat “Polemici 2023”
Il caso, ormai noto, è quello della chat di WhatsApp “Polemici 2023”, scoperta da tre giovani donne, in cui alcuni soci si scambiavano foto e commenti volgari su alcune frequentatrici del centro. Le tre donne hanno spiegato di avere saputo dell’esistenza della chat da un “pentito”, che non condividendo il contenuto dei messaggi avrebbe deciso di spifferare tutto. Da qui l’esposto delle tre donne, sia al collegio dei probiviri che in procura, per l’ipotesi di diffamazione. I partecipanti alla chat, otto persone, risultano indagati per questa accusa.
Ma il caso della chat ha avuto ripercussioni anche sul fronte della società (che ha nominato un avvocato per tutelare la sua immagine) e del clima che si respira al club.
Alcuni soci, infatti, non appena il caso era venuto alla luce, a dicembre, avevano chiesto una assemblea, ancora non convocata nonostante le garanzie del presidente, Angelo Fortunato. Con le lettere inviate ieri i soci tornano alla carica: chiedono chiarimenti su come è stata gestita la vicenda dal Consiglio e soprattutto come sarà gestita da ora in poi, visto che anche i probiviri si sono dimessi. Peraltro si doveva discutere proprio dell’adozione del nuovo codice etico. Discussione che è stata accantonata. Un silenzio che non piace a una parte dei soci, intenzionata a «riflettere sulla prosecuzione» del rapporto con la società.
Il secondo esposto
Il primo esposto delle giovani ai probiviri aveva portato a un provvedimento di sospensione per tre mesi (ancora in corso) nei confronti di un socio-consigliere. A complicare la faccenda è stata la presentazione di un secondo esposto, in cui le donne tirano in ballo un altro consigliere, anche lui presente nella chat. In seguito a questa seconda segnalazione e a contrasti subentrati con il Consiglio nella gestione del caso, il collegio dei probiviri (composto da cinque persone) si è dimesso in blocco.
