Arrivato oggi in Aula alla Camera l'esame della legge sulla cittadinanza che introduce lo ius scholae. Il percorso non è stato facile perché ieri, nel voto della commissione Affari costituzionali che ha approvato il mandato al relatore, la maggioranza si è divisa e la Lega ha votato contro, (Salvini ha convocato un vertice dei deputati del partito) assieme a Fratelli d'Italia. Contrario anche il voto di Annagrazia Calabria, di Forza Italia (mentre non è chiaro se l'altra rappresentante del partito di Berlusconi nella commissione, Renata Polverini, abbia votato a favore o si sia astenuta).
Il punto alla Camera
Terminato l'esame degli ordini del giorno, sono ora in corso nell'Aula della Camera le dichiarazioni di voto. Risultano iscritti a parlare quasi tutti i deputati della componente di Alternativa. Poiché ogni iscritto può intervenire per 10 minuti, i tempi del dibattito si allungano, con la conseguenza che il voto finale potrebbe slittare rispetto all'orario inizialmente fissato, previsto nel pomeriggio dopo lo svolgimento del question time. Di conseguenza, rischiano di slittare in serata le discussioni generali sulla proposta di legge sulla cannabis e sullo ius scholae.
Le reazioni politiche
Si tratta di una legge, però, fortemente sostenuta dal Pd e da altri partiti di maggioranza e che il segretario Enrico Letta, in una intervista a La Stampa, definisce «un grande obiettivo finalmente a portata di mano e per me la priorità è che venga approvato». Fanno da contraltare le dichiarazioni di Salvini: «Incredibile, vergognoso e irrispettoso per gli italiani. In un momento di crisi drammatica come questo, la sinistra mette in difficoltà maggioranza e governo insistendo su cittadinanza agli immigrati e cannabis anziche' occuparsi di lavoro, tasse e stipendi». Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini, commentando la volontà della sinistra di affrontare ius scholae e cannabis alla Camera da oggi pomeriggio. E su questo fronte, ma concentrato solo sul riconoscimento dello stato di cittadinanza, si esprime anche Antonio Tajiani nel corso di un punyo stampa da Bruxelles: «Forza Italia è favorevole al principio dello Ius scholae ma chiediamo che ci siano regole chiare per concedere la cittadinanza italiana a chi non è italiano. Quindi serve, perché ci sia il nostro sostegno, un corso completo di formazione. Quindi cinque anni più tre di scuola con certificazione oppure una qualificazione professionale di primo livello certificata». E aggiunge: «Altrimenti, come chiede la sinistra, cinque anni non certificati non servono veramente a dimostrare che c'e' stata una formazione italiana», ha aggiunto.
Intanto Giorgia Meloni commenta su Facebook: «Mentre imprese e cittadini sono in ginocchio davanti una grave crisi economica, caratterizzata dal caro carburante e dagli aumenti in bolletta, la sinistra al governo porta in Aula le sue priorità: cittadinanza facile agli immigrati e legalizzazione degli stupefacenti. Come sempre, totalmente sconnessi dalla realtà».
Cosa prevede il testo
Il testo all'esame nel pomeriggio punta a riconoscere il ruolo della scuola consentendo a quasi un milione di under 18 (nati in Italia o arrivati entro i 12 anni) la possibilità di chiedere la cittadinanza italiana dopo aver frequentato «almeno 5 anni di scuola». Dare ai ragazzi la cittadinanza anche prima della maggiore età mette d'accordo tutto il centrosinistra (a favore sono M5s e Pd, Leu e Italia Viva) ma potrebbe dividere il centrodestra. Se Forza Italia ha una posizione più dialogante, Lega e Fratelli d'Italia fanno muro: la cittadinanza «non è un biglietto a premi» e «si decide a 18 anni», ha detto Matteo Salvini mentre per Fdi si tratta di «uno ius soli mascherato».
«Nel testo unico Pd-M5s la manifestazione di volontà è dei genitori stranieri e non dei ragazzi, il minore non è neppure ascoltato o considerato ma diventa uno strumento per un lasciapassare alla cittadinanza facile. E' uno Ius soli neanche troppo mascherato e l'iniziativa ideologica sullo statuto del comune di Bologna ne è la conferma», dicono i deputati di Fdi Emanuele Prisco e Augusta Montaruli. Il riferimento è al consiglio comunale di Bologna che ha modificato il suo Statuto introducendo, appunto, il riconoscimento della cittadinanza onoraria per i minori stranieri. Proprio alla vigilia del voto si è svolto in piazza Capranica, a pochi passi da Montecitorio, un flash mob organizzato dalla Rete per la riforma della cittadinanza: in piazza è stato celebrato un matrimonio tra l'Italia e oltre un milione di giovani ancora senza cittadinanza. Sotto un arco floreale attivisti e attiviste hanno condiviso le promesse nuziali, simbolo delle aspettative di cambiamento in caso di approvazione della Riforma, alla presenza di testimoni come la modella e attivista Bianca Balti, la designer Stella Jean e Alberto Guidetti (Bebo) dello Stato Sociale.
«Italia, promettimi che 877 mila studenti riceveranno la cittadinanza, che mi considererai uguale ai miei compagni, che potrò andare a votare per la prima volta, che potrò indossare la maglia degli azzurri e non dovrò più stare in panchina», sono alcune tra le promesse espresse dagli attivisti arrivati da tutta l'Italia.
Dal canto suo l'assessora alle Politiche Sociali e alla Salute di Roma, Barbara Funari, intervenendo alla manifestazione ha affermato che la Capitale «è pronta a dire sì e a stare dalla parte giusta della storia. Abbiamo tanti bambini e cittadini che sono già romani e aspettano solo il riconoscimento legislativo. Nella Capitale sono più del 13% i minori residenti in attesa della cittadinanza. La norma deve essere approvata al più presto e come Comune ci impegniamo ad applicarla nel modo migliore possibile».