Secondo le stime dell’Istituto Superiore di Sanità, dei 33 mila decessi causati ogni anno in Europa dai patogeni resistenti all’azione degli antibiotici, ben 10 mila avvengono in Italia. Del resto, come rivelato dal Centro europeo di controllo delle malattie infettive (EDCD) e dall’Agenzia europea del farmaco (EMA), i nostri tassi di antibiotico-resistenza continuano a rimanere al di sopra della media Ue, soprattutto per alcune specie batteriche. Si tratta di un problema enorme perché significa che ci sono infezioni batteriche che non rispondono più all’impiego di questi medicinali. I medici, quindi, avranno sempre più difficoltà a curarle.
In realtà, rispetto al passato la situazione sta migliorando: dalla fine del 2017, infatti, il governo italiano ha attivato un Piano Nazionale di contrasto dell’antimicrobico-resistenza (Pncar) che, seppur lentamente, comincia a dare risultati positivi. Ma è importante che anche i singoli fare la propria parte. In che modo? Imparando a utilizzare correttamente gli antibiotici. Sono ancora troppe le persone che commettono sbagli nell’impiego di questi medicinali. Per esempio, c’è chi al minimo accenno di tosse prende il primo antibatterico che trova in casa e chi sospende di sua iniziativa la terapia prescritta dal medico non appena si sente meglio. Sono tutti errori che possono avere conseguenze serie. «È vero, infatti, che il problema dell’antibiotico-resistenza è legato anche a una non sempre corretta applicazione delle linee guida sulla gestione delle infezioni correlate all’assistenza, soprattutto negli ospedali, ma anche i comportamenti dei cittadini hanno un ruolo importantissimo», avverte l’infettivologo Marco Tinelli, membro del Consiglio Direttivo della SIMIT (Società italiana di malattie infettive e tropicali). «Non dimentichiamoci che il maggiore consumo di antibiotici è a livello domiciliare». Per questo, occorre sapere cosa è giusto fare e che cosa è meglio evitare. Vediamo allora le regole da seguire nell’assunzione degli antibiotici.
1. IMPIEGARLI SOLO QUANDO NECESSARIO
Ancora oggi è diffusa la convinzione secondo cui gli antibiotici sono una sorta di panacea. Per
questo, tante persone, non appena manifestano un fastidio alla gola, un disturbo gastrointestinale o
magari un rialzo della temperatura, insistono con il medico affinché prescriva loro questi farmaci.
In realtà, essi sono efficaci esclusivamente nelle malattie provocate dai batteri. «Inoltre, possono
essere consigliati in via preventiva, ma in maniera limitata nel tempo (un giorno prima e al massimo
uno dopo) in casi ben definiti, come in certi interventi chirurgici e odontoiatrici, per evitare
complicazioni post operatorie», ricorda l’esperto. Sono del tutto inutili, invece, nelle patologie di
altra natura, come quelle virali: solo in casi di sovrapposizioni batteriche, il medico potrebbe
suggerirne l’utilizzo. Anche nei pazienti affetti da Coronavirus valgono le stesse regole.
2. AFFIDARSI SEMPRE AL MEDICO
È fondamentale affidarsi sempre al parere del medico, l’unico che possa capire, eventualmente
anche richiedendo esami specifici, la causa della malattia in corso e stabilire la cura più appropriata.
Occorre fare estrema attenzione. Usare gli antibiotici nelle situazioni in cui non sono necessari
aumenta il rischio che i batteri sviluppino una resistenza nei loro confronti. Di conseguenza, quando
questi farmaci saranno davvero necessari potrebbero non funzionare più.
3. RISPETTARE LE DOSI PRESCRITTE
Non sempre è facile capire come si debbano usare questi medicinali: questo non giustifica, però,
eventuali errori, specie se reiterati. In caso di dubbi, chiedere chiarimenti al medico. «Utilizzare un
antibiotico a dosi ridotte rispetto a quelle prescritte per quella situazione specifica equivale quasi
sempre a vanificarne l’efficacia e, dunque, a ostacolare la guarigione», chiarisce il professor Tinelli.
Non va bene nemmeno esagerare: dosi troppo prolungate nel tempo potrebbero aumentare gli effetti
collaterali, oltre che le probabilità di sviluppare una resistenza a questi farmaci. Per ogni persona
bisogna “ritagliare la dose su misura”, tenendo conto che malattie croniche ed età avanzata possono
alterare l’assorbimento dei medicinali, accrescendo il rischio di pericolosi sovra-dosaggi.
4. FARE ATTENZIONE AGLI ORARI
Anche gli orari di assunzione vanno rispettati con attenzione. Gli antibiotici hanno uno schema di
somministrazione molto rigido: in genere, vanno presi ogni 24,12, 8 o addirittura 6 ore.
«Solitamente, si può sforare al massimo di un’ora», spiega l’infettivologo. Se non si rispettano
questi intervalli, il livello nel sangue del farmaco non rimane sempre costante, per cui i batteri
potrebbero riuscire a nascondersi nell’organismo e a riprodursi, con il risultato di rendere inefficace la cura. Ma quando vanno assunti? Dipende da molecola a molecola: alcune vanno prese prima dei
pasti, altre a stomaco vuoto. Per regolarsi, seguire sempre le indicazioni del medico.
5. PORTARE A TERMINE LA CURA
La tentazione è forte per chiunque, ma la cura antibiotica non va mai interrotta anzitempo, anche se
i sintomi migliorano. Si tratta, infatti, di farmaci particolari, diversi dagli antipiretici e dagli
antinfiammatori (che vanno usati al bisogno): per riuscire ad attaccare il microrganismo
responsabile dell’infezione in corso e sconfiggerlo, gli antibiotici hanno bisogno di un tempo
adeguato, che differisce da caso a caso. «Sospendendo la terapia precocemente, si permette ai
batteri di rigenerarsi e spesso anche di diventare più aggressivi: quindi, non solo si rischia di non
guarire, ma anche di favorire la selezione di patogeni sempre più resistenti», afferma il professor
Tinelli. Ecco perché la cura dura quasi sempre da 3 a 14 giorni, salvo rare eccezioni.
6. NON USARE FARMACI CHE SI HANNO GIÀ IN CASA
Con gli antibiotici il fai da te sarebbe da evitare nella maniera più assoluta. Mai auto-prescriversi un
antibatterico, magari pregando il farmacista di venderlo anche in assenza di prescrizione. E mai
utilizzare vecchie confezioni inutilizzate o già aperte, a maggior ragione se sono nella farmacia di
casa da diverso tempo, non sono state conservate accuratamente (per esempio, sono state tenute
troppo al caldo o comunque non in un luogo fresco e asciutto) o addirittura sono scadute. In caso
contrario, si favorisce l’antibiotico-resistenza, oltre a rischiare diversi effetti collaterali, come
problemi gastrointestinali.
7. LAVARSI SEMPRE LE MANI
Prima di maneggiare un antibiotico, ricordarsi sempre di lavare le mani. Queste ultime, infatti,
rappresentano uno dei principali veicoli di trasmissione dei microrganismi: del resto, toccano ogni
giorno centinaia di superfici e oggetti diversi, parti del corpo, alimenti. «Il lavaggio delle mani è in
grado di abbattere le cariche batteriche e virali dal 50% al 70%», assicura Tinelli. «Pertanto, al fine
di combattere e prevenire un’infezione, bisogna imparare a lavarsi le mani con acqua e sapone più
volte al giorno tenendo presente che non basta sciacquarsele soltanto, ma bisogna sfregarsele una
contro l’altra per non meno di mezzo minuto». A maggior ragione, questa manovra è essenziale
dopo aver frequentato luoghi pubblici, avere preso metro, treni o bus, essere andati in bagno, aver
manipolato gli alimenti (in questo caso anche prima).