Almeno per il momento l’ordinanza di abbattimento nei confronti dell’orsa Jj4 firmata dal presidente della Provincia Autonoma di Trento è stata sospesa. Il Tar di Trento ha infatti accolto, in parte, il ricorso presentato dalle associazioni ambientaliste.
Ma quali sono i reali problemi legati ad una convivenza tra uomo e orsi in Trentino?
Ne abbiamo parlato con Gabriele Bertacchini, naturalista bolognese trapiantato in Trentino, autore del libro «L’orso non è invitato – gli animali, l’uomo, la scomparsa della biodiversità sulla Terra», edito da Infinito edizioni e recentemente uscito in libreria.
«Per dirla con le parole di Konrad Lorenz “l’uomo ha disimparato ad avere rapporti con gli esseri viventi”. Si è come rinchiuso dentro a delle enormi città e considera il territorio naturale un prolungamento delle loro mura», dice Bertacchini. «I fatti di cronaca legati a Jj4 devono trasformarsi in una riflessione sull’uomo. È una questione di scelte e di come vogliamo interpretare lo spazio. Possiamo scegliere di volere convivere con le altre specie animali o di non volerlo fare. Se non ci sentiamo come il tassello di un “mosaico” più vasto ci potrà sempre essere qualche essere vivente che ci potrà dare fastidio. In Trentino la conflittualità è con l’orso, in altri Paesi con animali diversi. In Asia, nel Bengala occidentale, ad esempio, sono gli elefanti ad essere considerati scomodi, in quanto si continuano a spostare lungo antichi corridoi che usano da millenni e che si sono tramandati di generazione in generazione e dove nel mentre sono sorte piantagioni.
Per scegliere in modo consapevole è tuttavia fondamentale conoscere quanto abbiamo intorno e come le diverse forme di vita si evolvano insieme a noi, magari adattandosi a nuove situazioni che mettiamo loro di fronte, modificando le proprie abitudini ed i propri comportamenti di conseguenza».
Spiega Bertacchini: «Il processo di conoscenza è fondamentale per superare alcune paure legate più a un’idea che si è radicata nella nostra mente, che non sempre corrisponde alla realtà. Per quanto riguarda l’orso, ad esempio, il rischio di potere subire un’aggressione è di gran lunga inferiore rispetto a quello correlato con altri selvatici considerati innocui e di cui non si ha affatto timore.
Il processo di conoscenza serve poi a comprendere come all’interno della natura tutto tenda sempre all’equilibrio, se anche non sempre con tempi misurabili nel corso di una vita umana. Gli orsi attualmente presenti in Provincia di Trento, circa una novantina, non sono in sovrannumero rispetto alle reali possibilità portanti del territorio. Stanno semplicemente rioccupando degli spazi nei quali non eravamo più abituati a incontrarli. Il loro ingresso non è avvenuto con la forza. L’orso, in Trentino, è sempre stato presente nei suoi boschi, e non si è mai estinto. A seguito di una pressione mirata realizzata nel corso dell’Ottocento e del Novecento stava scomparendo, non perché il territorio non lo potesse più ospitare, ma perché di fatto non lo si voleva. A fine anni Novanta ne erano rimasti solo tre-quattro esemplari. Sono quindi stati portati dieci esemplari dalla Slovenia, ma già si stavano verificando alcune incursioni spontanee da Paesi limitrofi. Dobbiamo abituarci a pensare alla natura come qualcosa di dinamico, con continui flussi e movimenti. Pensarla in modo statico equivale a volere qualche cosa di diverso, più simile ad un giardino.
Il processo di conoscenza di cui sto parlando, purtroppo, viene spesso spezzettato a seguito di parole pronunciate con forza che finiscono per plasmare i pensieri di chi è in una età di apprendimento e sta iniziando a relazionarsi con quanto ha intorno. Da un lato si fanno importanti azioni educative, dall’altro discussioni che vanno in senso opposto. Molto dipende da quello che si è respirato fin da giovani».
«La maggiore difficoltà per convivere con gli orsi è quindi dentro noi stessi. Se non realizzeremo un salto culturale la conflittualità con un orso considerato “problematico” (ma a me non piace questo termine e mi piace dire che gli orsi non sono né buoni né cattivi e fanno semplicemente gli orsi) si ripeterà puntualmente ogni anno. Ricordiamoci di M49 nel 2019, di Jj2 nel 2017 e di Daniza nel 2014».
In attesa della decisione definitiva del Tar, dunque, l’orso è salvo, ma per quanto tempo lo potrà realmente essere?