«Ragionevolmente», lo stato di emergenza, e con questo ogni cosa gli sia legata, potrebbe essere prorogato fino al 31 dicembre. Ad auspicarlo, è stato Giuseppe Conte che, nella tarda serata di venerdì, ha poi sottolineato come ogni decisione debba essere presa dalla politica nella sua interezza. «Non ho detto che c’è stata una decisione. È un tema che dobbiamo affrontare e, a farlo, sarà il governo in modo collegiale, nel debito confronto con il Parlamento», ha spiegato il premier, lasciando che l’ombra del Coronavirus si allungasse sulla seconda metà del 2020, quella che più di tutte avrebbe dovuto essere preludio di un ritorno alla normalità.
«Lo stato di emergenza serve per tenere sotto controllo il virus», aveva detto nella mattina di venerdì, suscitando il mal contento dei politici italiani. Matteo Salvini, all’ipotesi di veder prorogato lo stato di emergenza e lo smart working per tutti quei lavoratori, pubblici e privati, che ancora siano a casa propria, ha risposto con un sonoro «no». «Gli italiani hanno dimostrato buon senso, meritano fiducia e rispetto, adesso vogliono vivere, lavorare, amare. Con tutte le attenzioni possibili, la libertà non si cancella per decreto», ha dichiarato, mentre dal Pd e Italia Viva si è levato un invito unanime. «Se il governo vuole prorogare lo stato di emergenza venga prima in parlamento a spiegarne le ragioni», ha detto Stefano Ceccanti, capogruppo dem in commissione Affari Costituzionali.