La moda è una delle forme espressive umane, singola e collettiva al tempo stesso, che forse meglio incarna i continui cambiamenti storici. Questo perché spesso e volentieri è stata la comparsa di alcuni capi d’abbigliamento, in una data epoca, ad aver premuto l’acceleratore sulla sovversione di paradigmi e canoni, così come sulle restrizioni e le costrizioni sociali. Nel libro Il senso della moda, Roland Barthes riflette su questo fiuto della moda, spesso infallibile, e in particolare su che rapporto ha con la storia. Secondo il filosofo quest’ultima «non può agire sulle forme della moda, ma può benissimo agire sul loro ritmo, sconvolgendolo o cambiandolo».
Riferito al fashion system questo non può che essere vero, ma se consideriamo, al contrario, l’influenza della moda nella storia, questa ha coinciso in particolare con un concetto tanto ampio e complesso quanto semplice e immediato: la libertà. Ritrovata o scoperta, la libertà – celebrata anche sul numero di Vanity Fair di questa settimana, impreziosito da una copertina realizzata in esclusiva da Lorenzo Jovanotti – si è intrecciata con le fitte trame della moda in molteplici occasioni, dai primi pantaloni femminili ideati da Coco Chanel, per conferire dinamicità alla donna moderna, ai celebri jeans, passando per la rivoluzione rappresentata dal bikini.
Che con la sua sottile preveggenza, sia stata proprio la moda a indirizzare la storia, e le libertà di uomini e donne, verso nuove direzioni? Dopotutto, se non fosse per Paul Poiret, probabilmente l’utilizzo dei corsetti sarebbe stato sdoganato molto più tardi dei primi del 900. E se lo sportswear non fosse apparso in passerella qualche decennio fa, i capi d’abbigliamento tecnici verrebbero considerati ancora adatti, esclusivamente, per l’attività fisica. Questi e molti altri i capi che hanno coinciso con la conquista della libertà del vestire, tutti nella gallery.