Questo articolo fa parte di una serie di lettere d’amore all’Italia, scritte da grandi attori e registi. È stato pubblicato sul numero speciale 20/21 di Vanity Fair diretto da Paolo Sorrentino, in edicola fino al 2 giugno 2020
La mia prima volta in Italia fu come entrare in un mondo in technicolor o come, per un bambino, visitare una meravigliosa Disneyland.
Stavo girando un film con Jean-Paul Belmondo e Guy Marchand, a Roma e, all’epoca, mi ero appena sposata con un architetto che venne immediatamente e giustamente sgridato dal nostro produttore, Alexandre Mnouchkine, per aver studiato architettura senza essere mai stato a Roma. Non ricordo molto altro di quel film. Il mio matrimonio entrò in affanno e si concluse all’improvviso, ma non ho mai dimenticato Roma.
Foto: D.R.