Voghera. Preoccupati e arrabbiati. Si sono ritrovati la sera dell’antivigilia di Natale al Dopolavoro Ferroviario i cittadini del quartiere di Voghera Nord, quelli che da un giorno all’altro hanno visto i loro nomi pubblicati su un criptico documento diffuso dal gruppo Rfi in cui si annunciano interventi di esproprio e mitigazione ambientale sulle loro proprietà ai fini della realizzazione del quadruplicamento della linea ferroviaria Tortona-Voghera, necessario alla velocizzazione della Milano-Genova.
Un progetto importante, che prevede la realizzazione di sottopassi, ponti e viadotti, e persino la deviazione del Torrente Grue.
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Oltre cento proprietari interessati
I proprietari delle 160 unità immobiliari citate nel testo non hanno ricevuto nessun avviso personale, semplicemente hanno scoperto di punto in bianco di avere 30 giorni di tempo (fino al 20 gennaio) per consultare nella sede di Italfer in via Scasellini 14 a Milano (previo appuntamento telefonico al 334.6833009 o via email a mazzia@italferr.it) il progetto in questione per capire in che modo esattamente la proprietà singola sia interessata. Perché non è detto che si tratti per forza di espropri o di demolizioni: alcuni condomini potrebbero essere solo oggetto di interventi di mitigazione ambientale, con l’installazione di barriere antirumore. Insomma la notizia è tutt’altro che chiara.
Con un tam tam su WhatsApp hanno organizzato subito un primo incontro e fondato un informale “Comitato anti esproprio ferroviario” che ha raccolto le preoccupazioni dei presenti e ha deciso subito in che direzione agire per affrontare la situazione: «C’è chi, specialmente gli anziani, non ha dormito la notte al pensiero che gli venga portata via la casa, e altri che, invece, si interrogano sulla svalutazione che subiranno i loro immobili. Si domandano quanto saranno vicini i binari e che impatto effettivamente avranno. E scendendo più nello specifico: quanto verranno pagate le proprietà da espropriare? Chi avrà diritto invece agli interventi di mitigazione ambientale? E verranno pagati tutti da Rfi?».
Le domande sono tante, ma secondo il Comitato non spetta ai cittadini porle, ma piuttosto al Comune. Anche perché le persone citate nel documento sono migliaia, e se ognuna si rivolgesse agli uffici preposti, si finirebbe solo per creare ulteriore confusione.
«Come comitato – dicono i promotori - manderemo in questi giorni una lettera a Rfi chiedendo di correggere il documento, dividendo gli espropri dalle misure di contenimento dell’impatto acustico: questo errore, infatti, pone un severo vincolo alle proprietà, che non possono più essere vendute. Chiederemo pertanto di riformulare la stesura aggiungendo il dettaglio degli interventi che intendono realizzare. Il tutto entro 30 giorni, pena il coinvolgimento di un legale». Intanto l’8 gennaio alle 21, sempre al Dlf, si svolgerà un altro incontro sul tema.