La mia storia dei Piccoli Psicologi, di cui ho iniziato a parlarvi in un precedente post, prosegue con la pubblicazione di un’altra avventura. Nel viaggio attraverso la storia della psicologia, dopo aver esplorato le teorie e il lavoro di Sigmund Freud e di sua figlia Anna, torniamo indietro nel tempo per conoscere un altro personaggio centrale nella nascita della psicologia moderna: Wilhelm Wundt.
Se i Freud e la psicoanalisi hanno posto l’accento sullo studio delle dinamiche psichiche più profonde e complesse, Wilhelm Wundt è stata una figura leggendaria nella storia della psicologia, che con il suo lavoro ha favorito l’ingresso della psicologia tra le discipline scientifiche.
Nato nel 1832, in Germania, fu uno dei primi a usare metodi scientifici per studiare la mente umana, fondando il primo laboratorio di psicologia a Lipsia nel 1879. Ma prima di diventare uno dei più grandi psicologi, Wilhelm Wundt è stato un ragazzino curioso e introverso, con una mente inquieta e una passione per la scoperta.
Vi propongo un estratto delle sue avventure.
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Con i cugini però, non andava sempre male. C’erano anche volte in cui si divertiva con loro.
In una notte di stelle cadenti, i tre cugini erano particolarmente affiatati e facevano a gara a chi le vedeva per primo. Wilhelm era sempre il primo, Rufus il secondo e Gustav il terzo.
Wilhelm trovava strano questo aspetto: le stelle erano le stesse ma Rufus e Gustav sembravano… come distratti.
Senza saperlo stava cominciando a studiare quello che sarebbe diventato uno degli argomenti più interessanti per lui: lo studio dei tempi di reazione, cioè lo studio della differenze tra le persone nel modo di reagire agli stimoli.
A volte Wilhelm faceva finta che la sua camera fosse un laboratorio e che lui fosse uno scienziato.
Quando era dai cugini e loro erano in buona, faceva esperimenti con loro osservando come reagivano alle luci o ai rumori. A volte li abbagliava con una luce improvvisa o li assordava battendo un gong o un tamburo vicino alle orecchie. Si divertiva e con la scusa di osservare le loro reazioni, si prendeva una rivincita su tutte le cattiverie che gli facevano in altri momenti.
L'articolo ‘A Wilhelm interessavano le differenze nei tempi di reazione’: prosegue la saga di Piccoli psicologi proviene da Il Fatto Quotidiano.