Ridotte di due terzi le liste di attesa nella sanità veneziana. E dal direttore generale Edgardo Contato scatta ora l’appello ai medici di base di ridurre le eccessive prescrizioni di esami e visite.
La Usl3 Serenissima chiude il 2024 al terzo posto nell’annuale classifica veneta delle aziende sanitarie. Dopo Dolomiti e Polesana, che assieme non fanno tutta la popolazione della Serenissima.
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Quello delle liste d’attesa per visite ed esami specialistici è, assieme alla carenza di personale, tema caldissimo nel bilancio 2024 della Usl.
Erano 11.724 in attesa a gennaio, sono scesi a 5.200, il dato che verrà certificato alla Regione a fine anno.
«Appena 57 mancano per centrare il target fissato dalla Regione». Le attese più lunghe sono per le visite in Dermatologia, Oculistica e Radiologia. Per il personale le criticità maggiori sono in Dermatologia, Radiologia, Pediatria e Anestesia.
Il dg Edgardo Contato ribadisce: «Abbiamo fatto il nostro lavoro con discreto onore». E spiega: «La carenza di personale è in via di miglioramento. Abbiamo meno problemi al Pronto soccorso e abbiamo ridotto il ricorso alle cooperative. Infermieri a gettone? Non ne abbiamo».
Sul fronte medici, il conto ne segna 32 in più. Erano 1.072 nel 2023, nel 2024 sono saliti a 1.104. Quattordici i nuovi primari.
E sulle liste d’attesa, occorre, dice Contato, lavorare sui medici di base. «Si parla troppo poco dello spreco di risorse nella sanità che arriva ad un 30% di prestazioni inappropriate».
Contato parla del rischio di «bulimia sanitaria», un eccesso di esami diagnostici che intasano le liste d’attesa.
«Il cittadino ha sempre ragione ma è necessario lavorare per ridurre gli esami inutili. Se ne è parlato in un convegno con la Corte dei conti».
I medici di medicina generale hanno già un limite di prescrizioni calcolate dalla Regione e sono possibili immediati richiami.
Lo ricorda Giovanni Leoni, presidente dell’Ordine dei medici, che alla appropriatezza delle visite ha dedicato sabato un convegno a Zelarino.
«Siamo prontissimi ad un confronto ma partendo da dati puntuali, dalle classi d’età e dall’analisi delle diverse tipologie di esami richiesti».
Leoni ricorda che, dopo il Covid, è cresciuto il bisogno di salute. «In Italia abbiamo il primato di spesa, 45 milioni, per esami che la gente paga di tasca propria. Chi può, se non trova risposta nel pubblico, si rivolge al privato. Il 50 per cento dei nostri pazienti ha esenzioni e non possono spendere».
La Serenissima è una “macchina” che vale 1, 6 miliardi con oltre 7 mila dipendenti. 80 milioni coprono prestazioni e ricoveri in strutture private convenzionate.
Costa 103 milioni l’assistenza ad anziani e disabili nelle Rsa. Altri 80 milioni al lavoro dei medici di medicina generale. Per il personale si spendono 415 milioni; 248 milioni vanno a farmaci e dispositivi medici; 47 per i farmaci onco-ematologici.
Il bisogno di salute in una provincia che invecchia inesorabilmente continua a crescere. Lo si vede negli accessi nei Pronto soccorso: più 3 per cento con oltre 247 mila accessi.
Cresce del 1,8% l’Angelo e Venezia del 7 per cento. Due milioni e 600 mila le prestazioni (più 4,6%). Ma il 57% sono codici bianchi, e il 19% verdi, che dovranno trovare risposta nelle case di comunità.
Il 90% di accessi si conclude entro le 5 ore e 37 minuti. Crescono i ricoveri: sono stati 64.200 ( più 3,2%). L’area chirurgica cresce del 7,8 per cento con oltre 22.700 ricoveri. L’area medica cresce del 1,1 per cento. Più 1,8% all’Angelo; più 7,8% di ricoveri al Civile, stabile con oltre 10 mila ricoveri.
Più 6 per cento a Mirano-Dolo e Chioggia. Cresce il numero delle discipline che attraggono anche pazienti da fuori Usl. Nei distretti le prestazioni ambulatoriali sono state oltre 1 milione e mezzo, il 3 per cento in più. Oltre 12 milioni le prestazioni di laboratorio.